Un barcone carico di 47 migranti, segnalato alla deriva nell’area SAR libica, si sarebbe ribaltato, secondo le organizzazioni non governative Mediterranea Saving Humans e Alarm Phone. Molte delle persone a bordo sarebbero disperse, mentre decine sarebbero annegate, afferma Alarm Phone. I sopravvissuti sono stati tratti in salvo da una nave mercantile, ma le organizzazioni non governative accusano l’Italia di aver ritardato i soccorsi, mettendo in pericolo le persone a bordo.
In particolare, Mediterranea afferma che le autorità italiane avrebbero dato istruzioni alle navi mercantili presenti nella zona, assumendo il coordinamento SAR, ma questi avrebbero osservato la situazione per 24 ore, senza intervenire. Secondo Alarm Phone, le autorità italiane erano informate dell’urgenza e della situazione di pericolo dall’11 marzo alle 2:28, ma avrebbero ritardato deliberatamente i soccorsi, lasciando morire i migranti.
La versione italiana
La Guardia Costiera italiana ha ricostruito la vicenda in modo diverso, dichiarando che tutte le informazioni sono state fornite alle autorità libiche, maltesi e italiane. Le autorità libiche, non disponendo di assetti navali, hanno chiesto il supporto del Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma, che ha inviato un messaggio satellitare di emergenza a tutte le navi in transito. Dopo l’avvistamento della barca da parte del velivolo dell’ONG Seabird 2, il mercantile Basilis L si è diretto verso il barcone, ma ha riscontrato difficoltà a causa delle avverse condizioni meteo. La Guardia Costiera ha inviato tre mercantili presenti nella zona verso il barcone in difficoltà, e le operazioni di trasbordo dei migranti sono iniziate all’alba. Durante le operazioni, il barcone si è capovolto, e 17 persone sono state recuperate, mentre circa 30 sono ancora disperse.
Due dei migranti recuperati necessitano di assistenza medica, e il mercantile Froland dirigerà verso Malta per lo sbarco delle due persone. Le operazioni di ricerca dei migranti dispersi continuano con l’ausilio dei mercantili presenti in zona e di due assetti navali dell’operazione Eunavformed e Irini.
La tragedia nel Mediterraneo continua ad essere un’emergenza umanitaria, con migliaia di migranti che tentano di raggiungere l’Europa ogni anno, spesso a rischio della propria vita. Le organizzazioni umanitarie chiedono alle autorità europee di agire per garantire la sicurezza delle persone in mare e di trovare soluzioni a lungo termine per affrontare le cause profonde della migrazione.