Ancora una provocazione da parte di Ankara, in un momento di altissima tensione. “La comunità internazionale deve sostenere gli sforzi del nostro Paese o cominciare ad accettare i rifugiati dalla Siria”. Con queste parole il presidente turco Recep Tayyip Erdogan torna all’attacco in un editoriale pubblicato sul Wall Street Journal per sostenere le sue ragioni sull’offensiva militare contro i curdi nel nord-est della Siria.
“La Turchia sta intervenendo dove altri hanno mancato di agire” è il titolo scelto dal leader di Ankara per il suo intervento sul quotidiano americano. “I flussi di rifugiati siriani, la violenza e l’instabilità ci hanno spinto ai limiti della nostra tolleranza” scrive Erdogan, citando l’accordo del suo Paese nell’ospitare 3,6 milioni di rifugiati siriani e rivendicando di aver speso “40 miliardi di dollari per offrire loro educazione, assistenza sanitaria e alloggio”.
Poi la stoccata nei confronti di Bruxelles: “Ssenza supporto finanziario internazionale non possiamo impedire ai rifugiati di andare in Occidente”. Erdogan spiega quindi di aver deciso l’offensiva in Siria dopo aver “concluso che la comunità internazionale non avrebbe compiuto i passi necessari” ad affrontare la situazione.
Secondo la Difesa di Ankara, sarebbe salito a 595 il numero dei “terroristi neutralizzati” (cioè uccisi, feriti o catturati) dall’inizio dell’operazione militare della Turchia nel nord-est della Siria. Il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva precisato che almeno 500 di questi combattenti sono stati uccisi.
La grande truffa di chi vuole spacciare Salvini come un moderato