Sarà per via di un’estate 2019 che tra clima incerto dalle temperature autunnali e pioggia è riuscita a partire solo in questi primi giorni di giugno, ma la quota degli italiani che quest’anno hanno scelto una località balneare come meta principale delle loro vacanze è diminuita rispetto all’estate scorsa. Per questo 2019, a scegliere il mare è il 53,7% del totale, con una perdita di 6 punti percentuali rispetto all’estate 2018. Dati che hanno messo in allarme gli operatori turistici del nostro Paese. Tra chi sceglie il mare, infatti, aumenta la quota di coloro che opteranno per soluzioni e offerte last minute (ben il 67,8% degli italiani) anche a costo di a cambiare meta all’ultimo minuto pur di ottenere un risparmio sulla spesa di viaggio. Si prevede anche una flessione della durata media della vacanza balneare che, per la prima volta negli ultimi cinque, anni scende in media sotto i 10 giorni (9,2 giorni) contro i 10,3 dello scorso anno. Anche il rilancio di località estere come Egitto, Turchia, Grecia, Spagna si sta facendo sentire sul mercato. Un triste quadro che emerge dall’indagine previsionale effettuata su un campione di circa 7mila operatori da JFC , società specializzata in consulenza turistica e marketing territoriale, pubblicata nei giorni scorsi dal Sole24ore.
Secondo JFC, per contrastare la perdita di incassi la maggior parte degli operatori turistici (ben 4 su 10) hanno aumentato i prezzi e diminuito gli investimenti. Gli alberghi delle località balneari (Centro-Nord) hanno apportato un aumento di prezzo dei listini pari al +2,2%; gli alberghi del Sud hanno rincarato del +4,1%; le strutture plein air (villaggi turistici, campeggi ed aree di sosta) delle località balneari hanno aumentato i prezzi del +4,3%; le altre strutture ricettive extra-alberghiere (RTA, B&B, agriturismi, case e appartamenti per vacanze, ostelli per la gioventù) hanno apportato un aumento dei prezzi pari al +5,5%; i servizi di spiaggia subiranno un aumento complessivo che si attesta al +2,1%; la ristorazione aumenta di una quota pari al +1,5%; i costi del viaggio rispetto allo scorso anno crescono del 3,3%; le spese per lo svago (visite, escursioni, divertimento su base nazionale) segnano un incremento pari al +1,9%. L’incremento dei prezzi di listino però non sarà sufficiente a recuperare le quote di clientela che si perderanno: per il comparto mare Italia infatti, si prevede un decremento complessivo delle presenze del 4,1% e degli arrivi dell’1,6% con una flessione di 3,3 punti percentuali del fatturato del settore balneare italiano e un margine aziendale in calo di circa 8 punti percentuali rispetto alla stagione 2018.
Per quanto riguarda la spesa media per le vacanze estive 2019, per una settimana di villeggiatura al mare in Italia si spenderanno 616 euro a persona (contro i 620 euro dello scorso anno), mentre per nucleo familiare composto da genitori e un figlio di età inferiore agli 8 anni la cifra stimata è di 1.490 euro. Per un fine settimana al mare la spesa media a persona sarà, invece, di 242 euro e 566 per nucleo familiare di tre persone.
Secondo le previsioni di JFC le destinazioni che nell’estate 2019 otterranno i migliori risultati in termini di presenze e fatturati, sono Calabria, Sicilia e Basilicata. Tra le poche aree con indici in positivo anche Sardegna, Toscana, Lazio, riviera veneta e, in misura minore, località della costa friulana e della riviera romagnola. Segno meno per tutte le restanti aree della Penisola. In particolare scende a picco la Puglia che nell’estate 2019 perderà sino al 13,6% di presenze e fatturato.
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