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L’Europa sull’orlo del baratro. Gli Stati con il Pil più piccolo fanno saltare l’accordo

Vergogna è forse la parola più adatta in questo momento. L’Europa è sull’orlo del baratro. Stati ridicoli dal punto di vista del loro valore economico in termini di Pil, come Finlandia, Austria e Olanda, si oppongono a paesi come Francia, Italia e Spagna che fanno quasi metà del Pil europeo. Nulla di fatto, dunque, all’Eurogruppo sulle misure da mettere in campo per affrontare la crisi economica conseguente all’emergenza coronavirus. Il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno ha deciso di sospendere la riunione che riprenderà domani. La decisione dopo una notte di trattativa durante la quale i ministri finanziari dell’Area Euro non sono riusciti a trovare un accordo sulla risposta finanziaria europea alla crisi.

“Dopo 16 ore di discussione – ha scritto Mario Centeno in un tweet – ci siamo avvicinati a un’intesa, ma ancora non ci siamo. Ho sospeso l’Eurogruppo che riprenderà domani. Il mio obiettivo rimane quello di creare una forte rete di protezione contro le conseguenze del Covid-19”. Anche il ministro italiano dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha twittato sullo stallo: “Nonostante i progressi nessun accordo ancora all’Eurogruppo. Continuiamo a impegnarci per una risposta europea all’altezza della sfida del Covid19″, ha scritto, dopo che ieri sera l’Eurogruppo si è impantanato sugli eurobond. “È il momento della responsabilità comune – sottolinea il ministro – della solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise”.

A quanto pare, riporta Repubblica, “nel corso della riunione sarebbero stati fatti dei passi avanti verso l’apertura a un fondo per la ripresa basato sulla proposta franco-italiana che prevede titoli del debito comuni, i cosiddetti Recovery bond, mentre è stallo sul Mes senza condizioni, una proposta che continua a essere respinta dall’Olanda. Lo scoglio per ora insuperato è sempre la creazione di un fondo speciale che emetta una obbligazione comune con la garanzia degli Stati per raccogliere capitali (pari al 3% del pil) con quali finanziare la ripresa economica. Una fonte europea ha indicato che sono stati preparati, corretti e riscritti innumerevoli documenti dagli sherpa, poi sottoposti ai ministri dell’Eurogruppo senza riuscire a trovare un equilibrio accettabile per tutti”.

In Europa è massima la resistenza di Germania, Olanda e Austria a compiere la scelta di mutualizzare il debito futuro ai soli fini dell’uscita dalla grave recessione nella quale sono avvitati tutti gli Stati (pur con intensità diversa). L’Italia si è presentata al negoziato insistendo sulla necessità di non prevedere alcuna condizionalità, neppure quella ‘light’ sulla quale la Germania alla fine si è detta d’accordo. La condizionalità del Mes non prevederebbe la Troika, ma si discute su quando accadrà una volta lasciata alle spalle la crisi sanitaria per ciò che riguarda il ritorno alle regole di bilancio per ora congelate.

“Tutto ciò che si può dire a questo stadio è che per ora non c’è accordo all’Eurogruppo e non è detto che ci sara”, indica una fonte Ue. La proposta francese di lanciare un bond comune scadenza 15-20 anni nasce della lettera presentata da 9 leader a fine marzo sulla quale già era fallito un Consiglio europeo: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Lussemburgo, Irlanda, Grecia e Belgio. L’Europa, dunque, o si ricompatta o stavolta rischia davvero di naufragare.

 

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