Da Parigi arriva la prima aspra – e con un peso specifico importante – reazione all’invasione di campo dei giudici costituzionali tedeschi nei poteri della Bce e della Corte di Giustizia europea. Di fatto, un’invasione di campo della Germania nelle regole e negli equilibri dell’Europa stessa. Se a livello istituzionale l’Italia ha mantenuto una posizione non interventista a riguardo, forse ancora vittima di troppa sudditanza tedesca, la Francia ha deciso di non starsene zitta a lasciar fare alla Germania quel che vuole in Europa. E ha replicato. Eccome se ha replicato. Prima il Governatore della Banca centrale francese e poi il ministro dell’Economia hanno risposto duramente alla sentenza emessa ieri dalla Corte di Karlsruhe con cui si dà un ultimatum di tre mesi all’Eurotower per “chiarire” come avrebbe applicato il principio di proporzionalità con il Qe di Mario Draghi e con cui viene apertamente criticata la decisione dei giudici del Lussemburgo che nel 2018 stabilirono la legalità dello strumento di politica monetaria, il cosiddetto “bazooka”.
“Non è un elemento di stabilità”, “non è necessaria e anzi è pericolosa” sono stati i commenti. Come riporta l’HuffingtonPost, “il tempismo delle dichiarazioni rende difficile credere non siano coordinate. Ma il punto è la loro durezza a difesa degli organi dell’Unione Europea. Per il ministro Bruno Le Maire la sentenza ‘non aiuta la stabilità’, ma rivendica soprattutto come siano ‘i trattati europei a garantire l’indipendenza della Bce a cui tutti siamo legati’. Le Maire insiste sul punto: ‘E’ importante ricordare l’indipendenza della Bce, che è sola nel giudicare ciò che è necessario in termini di condotta della politica monetaria’”.
Infine ricorda che opera sotto la supervisione “della Corte di Giustizia europea al servizio degli interessi dei Paesi membri”. I toni per nulla clementi rivolti al massimo organo giurisdizionale della Germania sono la prova che l’autonomia e la reputazione delle istituzioni Ue non sono carne da cannone. Spiega l’HuffingtonPost: “Il rischio, al momento remoto, è che la Bundesbank (prima azionista della Bce) si debba chiamar fuori dai programmi d’acquisto dell’Eurotower. La sentenza investe il vecchio Qe di Draghi, ma è chiaro che va letta alla luce del nuovo Pepp lanciato dalla francese Christine Lagarde”.
Il Governatore della Banca Centrale Francese, François Villeroy de Galhau, non usa toni diversi dal suo connazionale e difende l’Europa dall’attacco tedesco: “Come ha detto la Corte di giustizia dell’Unione europea, le nostre azioni passate sono certamente proporzionate al nostro mandato, e la nostra determinazione nell’onorare in futuro quel mandato è totale”, ha dichiarato alla Commissione Finanze dell’Assemblea nazionale. “Criticare l’indipendenza della Bce e l’attenzione alla stabilità dei prezzi, i due pilastri della banca centrale, mi sembra non solo non necessario ma anche pericoloso”. Perché sono “il fondamento della fiducia degli europei nella loro valuta”. La Francia non intende arretrare di fronte al verdetto di Karlsruhe.
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