Quella rappresentata da Luigi Di Maio è diventata una vera e propria patata bollente. L’ex ministro degli Esteri del governo Draghi era stato designato alla prestigiosa carica di Inviato speciale dell’Ue nel Golfo Persico, su proposta sembra proprio dell’ex premier. La decisione finale sarebbe dovuta spettare al presidente del Consiglio Ue Joseph Borrell che però, dopo le furiose polemiche scoppiate, avrebbe deciso di affidare la scelta all’assemblea. E proprio in questo quadro si inserisce il messaggio inviato al Consiglio di Bruxelles da tre europarlamentari: Piernicola Pedicini (Verdi/Alleanza Libera Europea), Ignazio Corrao (Verdi/Alleanza Libera Europea) e Rosa D’Amato (Movimento 5 Stelle). Interrogazione dei tre che sembra aver riscosso immediato successo tra i banchi di Verdi, Socialisti, Liberali e Gruppo Misto.
“Perché una persona come Di Maio, che avrebbe a malapena i titoli per uno stage, dovrebbe rappresentarci in un’area strategica come quella del Golfo?”, si chiedono i tre europarlamentari nel messaggio rivolto al Consiglio dell’Unione europea. “Non sono chiare le dinamiche che hanno portato a proporre un nome sprovvisto di credibilità, titolo di studio e competenze specifiche. – aggiunge un polemico Pedicini – Ma è evidente che ci siano ragioni di bottega che risalgono all’esperienza Draghi. Un patto da Prima Repubblica, probabilmente il prezzo pagato per il tentativo, miseramente fallito, di affossare Conte e il M5S”.
“Senza alcun requisito, l’ex capo grillino si potrebbe ritrovare a scalzare candidati che, a differenza sua, vantano lauree, titoli, competenze acquisite sul campo, conoscenza delle lingue straniere e anni di esperienze diplomatiche. – punta il dito l’europarlamentare – Sarebbe l’esempio peggiore, l’ennesimo, che può dare il nostro Paese agli occhi del mondo intero, oltre che a quelli di tantissimi ragazzi che credono nella meritocrazia e, per questo, fanno sacrifici enormi per maturare una formazione adeguata con la speranza di avere successo nel mercato del lavoro”.
Già il 21 novembre scorso, in un articolo pubblicato dal quotidiano francese Le Monde, intitolato ‘Mandare Di Maio nel Golfo dimostra che l’Ue non è seria’, Cinzia Bianco, esperta della regione del Golfo Persico al Consiglio europeo sulle Relazioni estere, bocciava la candidatura dell’italiano “perché da ministro degli Esteri non ha avuto buone relazioni e perché non è percepito come una personalità di peso”.
Una dichiarazione, quella della Bianco, che il capo del Centro di ricerca sulle politiche pubbliche di Dubai, Mohammed Baharoon, ha ribadito su Twitter con parole durissime: “La nomina di Luigi Di Maio deve avere un profondo senso dell’umorismo europeo che mi sfugge. Ha rovinato le relazioni del suo Paese con due dei principali Paesi del Ccg”.
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