Austria e Germania dicono addio al sovranismo: niente accordi con ultradestra. È un altro no all’idea della “cooperazione” del Ppe con l’alleanza sovranista targata Matteo Salvini e lanciata dal premier ungherese Viktor Orban quello che arriva oggi da Vienna. Al termine di un incontro con il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, il leader della Csu (i cristiano-sociali bavaresi “fratelli” della Cdu di Angela Merkel), Markus Soeder, ha detto a chiare lettere che “respingiamo una cooperazione con i populisti di destra”.
Parole difficilmente fraintendibili: “L’Europa è in pericolo. Comincia a frantumarsi in alcune sue parti perché ci sono delle persone divisive che vogliono smontarla”, ha detto ancora il governatore bavarese. Secondo il quale, un patto del Ppe – a cui appartiene sia la Csu che i popolari guidati dal suo ospite Kurz – con i populisti sovranisti “significherebbe la fine dell’Unione europea”.
Kurz – che pure governa in Austria con il partito dell’ultradestra Fpoe – è d’accordo: “Non vedo proprio niente di positivo in una cooperazione con partiti come quello di Marine Le Pen in Francia o l’Afd in Germania, che chiedono di abbandonare l’Ue”. A detta del giovane cancelliere austriaco, inoltre, “c’è oggi bisogno di un centro forte, perché i rischi arrivano dalla destra estrema ma anche da sinistra”.
Kurz e Soeder confermano dunque il loro appoggio alla candidatura di Manfred Weber (anche lui esponente di punta della Csu) alla successione di Jean-Claude Juncker: “Sosteniamo con forza il nostro candidato di punta: non vogliamo solo che vinca, vogliamo che diventi il prossimo presidente della Commissione Ue”.
Soeder non ha voluto commentare il fatto che nella coalizione di Kurz è presente anche l’Fpoe, che a livello europeo simpatizza con l’Afd e con la Lega di Salvini: “Quel che decide l’Austria lo sa l’Austria. Noi in Germania siamo in prima linea impegnati a lottare contro l’Afd”.
Il leader bavarese ha anche spiegato che l’incontro di giovedì tra Salvini e Orban presso il muro con tanto di filo spinati ai confini con la Serbia “non mi è piaciuto, perché produce segnali controproducenti”.
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