Lo ha detto a chiare lettere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incarnando con estrema sobrietà un pensiero che ha attraverso la testa di tutti gli italiani in un momento così complicato, con la quotidianità fatta di sacrifici dettati dall’emergenza coronavirus. “”L’Italia sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del coronavirus sarà probabilmente utile per tutti i Paesi dell’Unione europea”. Per poi aggiungere il passaggio più importante: “Si attende quindi, a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l’azione”.
Il senso della sfida che questa pandemia ci sta mettendo di fronte è proprio quello: l’Italia, che al contrario di altri Stati è sempre stata paladina dell’Europa, deve saper di poter contare sull’aiuto dell’Unione. Altrimenti, la sopravvivenza stessa di questa realtà non potrebbe che essere messa in discussione. Regalando, nell’immediato, altre pallottole nel fucile dei sovranisti, quelli che attaccano Bruxelles per il proprio tornaconto personale. E contribuendo alla percezione, nei cittadini, che da soli tutto sommato si stia meglio che in compagnia di un’Europa così.
Christine Lagarde, presidente Bce, ha in questo senso incarnato il peggio del peggio che ci si potesse aspettare dall’Ue. Serviva un suo intervento deciso per dare segnali rassicuranti alle banche, per responsabilizzare gli Stati, per mediare tra le diverse linee che i Paesi stanno adottando in queste ore di fronte alla crisi. Niente di tutto questo. La conferenza stampa si è trasformata in un boomerang, con la Lagarde che ha mostrato un pessimo autocontrollo e una drammatica scelta delle parole, arrivando a pronunciare la fatidica frase: “Non è compito della Bce favorire la riduzione degli spread”. Il risultato è stato spread alle stelle e nuove, forti agitazioni dei mercati.
Il contrario di quello che serviva, insomma. Tutt’altro che un aiuto per un Paese, il nostro, che con coraggio sta mostrando all’Europa come affrontare e vincere la guerra al coronavirus. Senza tirarsi indietro, senza far finta che il problema non esista, assistendo tutti, anche i malati e gli anziani, perché una vita è una vita sempre. Tanti Stati finiranno per prendere appunti, eleggendoci a modello. Nel frattempo, vale però la pena chiedersi se un’Italia così coraggiosa non si meriti un’Europa migliore. Se esiste, inizi presto a fare capolino.
L’inno d’Italia cantato sul balcone: il coronavirus si affronta così, con orgoglio