I carabinieri hanno arrestato l’ex consigliere comunale di Palermo di Fratelli d’Italia Mimmo Russo. L’uomo, storico referente dei precari palermitani, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, concorso in estorsione aggravata e concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.
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L’inchiesta condotta dalla Dda è stata coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia. Risultano indagati e ai domiciliari anche il consulente d’azienda Achille Andò e Gregorio Marchese, figlio di Filippo, storico killer della famiglia mafiosa di Corso dei Mille e definito dal gip come la “costola” di Mimmo Russo.
Chi è Mimmo Russo
Mimmo Russo è considerato da diverso tempo il referente dei lavoratori precari di Palermo e il ras delle cooperative sociali. L’accusa formulata nei suoi confronti è quella di “essere stato costantemente a disposizione di Cosa nostra”. Russo era consigliere comunale da circa 20 anni. Dopo diverse forze politiche era approdato nel 2017 a Fratelli d’Italia.
Ad incastrarlo sono stati alcuni collaboratori di giustizia e delle intercettazioni in cui viene rivelato che, fin dal 2007, Mimmo Russo avrebbe stretto “alleanze elettorali con mafiosi di vertice”. Anche nell’ultima campagna elettorale per le Amministrative, nel 2022, in cui però non fu eletto. Insomma, il politico in cambio di voti, avrebbe offerto posti di lavoro, somme di denaro, generi alimentari e buoni benzina.
“Non episodi occasionali, ma un modus operandi che il politico ha costantemente attuato nel tempo. – si legge nel capo d’accusa – Aveva il potere di stare seduto allo stesso tavolo dei mafiosi, senza subirne l’intimidazione ed agendo anzi su di un piano di parità contrattuale”.