Il comandante Gregorio De Falco, espulso dai 5Stelle, salirà a bordo della Mare Jonio, la nave della Ong Mediterranea. E lo farà perché “in questo momento sento il bisogno di fare qualcosa di concreto”. L’ex senatore del Movimento, chiamato da Luigi Di Maio per quel “salga a bordo!” urlato al comandante Schettino, e poi espulso perché considerato dissidente, torna agli onori della cronaca. In una intervista al giornale Open spiega come la sua “avventura” comincerà già dalla prossima settimana.
De Falco è ancora un senatore del Gruppo Misto, ma potrebbe raggiungere presto le acque al largo della Libia per salvare i migranti che si avventurano per raggiungere l’Europa. “Confermo. Mi unirò all’equipaggio. Non ci sono ancora i dettagli operativi e tecnici. Non so quando partirò, ma salirò a bordo”.
“Questa decisione è coerente con la mia vita. Credo che questo momento ci sia bisogno di fare qualcosa di concreto. In realtà Mare Jonio deve essere concepita come qualcosa che va oltre la politica, qualcosa di trasversale. Che attiene alla civiltà. Abbiamo migliaia di anni di storia da difendere, anche con questi piccoli gesti”.
Il Movimento, per bocca di Di Maio, definì le Ong “taxi del mare”. Del Falco commenta così: “La definizione venne operata nel momento in cui fu ascoltato un procuratore della Repubblica che stava seguendo delle indagini riguardo l’operato delle Ong. Indagini che, nonostante il tempo, non hanno portato a nulla di concreto”.
“Al governo abbiamo un ministro incompetente. Incompetente nel senso istituzionale. La questione degli sbarchi è stata male affrontata: è stata confusa con quella dei migranti, ma sono due cose diverse, perché il naufrago approda, non chiede di entrare di per sé in un Paese. Prima bisogna farlo approdare, poi si capisce da dove arriva e come gestirlo. La legge del mare non coincide col regolamento Dublino III che riguarda le migrazioni”.
“La legge del mare è superiore a qualunque legge statale, perché entra nel governo attraverso la costituzione. E il legislatore italiano, il giudice o il ministro o chi per loro, non la possono abrogare. Prima di tutto si applica la convenzione: lo Stato italiano ha l’obbligo di far approdare il naufrago. Ho sempre sostenuto in maniera anche stucchevole che qualsiasi persona che è in mare vada salvata. Va soccorsa e portata sulla costa, in qualunque circostanza”.
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