L‘ex primo ministro olandese Dries van Agt, figura molto conosciuta e stimata della politica dei Paesi Bassi anche per essere stato promotore di politiche progressiste, è morto all’età di 93 anni, insieme alla moglie Eugenie, dopo aver scelto l’eutanasia. L’anziana coppia, unita nella vita come nella scelta della propria fine, si è spenta mano nella mano, ponendo fine a una lunga battaglia contro la malattia. Il passaggio dei due coniugi nell’aldilà è stato segnato da una cerimonia privata nella città di Nijmegen, celebrando una vita condivisa per oltre 70 anni.
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Dries Van Agt e l’impegno con la questione palestinese
Dries Van Agt e la moglie Eugenie hanno coronato il sogno di molti: invecchiare e poi morire accanto alla persona amata, mano nella mano. Van Agt, noto per la sua appartenenza al partito cristiano-democratico e per le sue posizioni progressiste sviluppatesi nel corso degli anni, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia politica olandese. Durante il suo mandato come primo ministro tra il 1977 e il 1981, ha introdotto le politiche di tolleranza verso la cannabis che hanno reso i Paesi Bassi famosi in tutto il mondo. La sua carriera è stata caratterizzata da un costante impegno verso la causa palestinese, che lo ha portato a fondare The Rights Forum nel 2009, un’organizzazione dedicata alla promozione di una politica giusta e sostenibile nei confronti della questione Palestina/Israele.
La figura di Van Agt è stata commemorata con profondo rispetto sia dalla casa reale olandese che dall’attuale primo ministro Mark Rutte, che hanno evidenziato il suo stile unico, le sue convinzioni chiare e la sua capacità di ispirare molti durante un periodo di forte polarizzazione politica. Il suo linguaggio ricercato e le citazioni colte hanno lasciato un segno distintivo nella politica olandese, sottolineando la sua personalità sorprendente e il suo contributo significativo alla società.
La scelta dell’eutanasia da parte di Van Agt e sua moglie riflette la loro visione progressista e la loro volontà di affrontare la morte con dignità, in linea con le convinzioni che hanno guidato la loro vita. Il loro addio segna la fine di un’era e lascia un vuoto nella politica e nella società olandese, ma anche un’eredità di coraggio, innovazione e impegno per la giustizia.
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