I numeri alla base di un successo che, ormai, garantisce al Consorzio del Prosciutto di San Daniele un posto nell’olimpo delle eccellenze dell’agroalimentare italiano
Crescita delle esportazioni del Prosciutto di San Daniele DOP per il 2019: i dati confermano le previsioni del primo semestre con un +1,8% su base annua. Un trend importante che rende perfettamente l’idea dell’apprezzamento dei consumatori esteri per un prodotto simbolo dell’eccellenza dell’agroalimentare Made in Italy.
Nel 2019 l’export ha rappresentato il 18% dell’attività del Consorzio contribuendo in maniera significativa alla crescita del fatturato che, per quest’anno, si assesta su 310 milioni di euro (da produzione e distribuzione) totalizzando un +1,4% in volume e un +1,6% in valore. In volume l’export ha pesato sul totale della produzione per l’equivalente di 4.200.000 kg di Prosciutto di San Daniele di cui il 55% verso paesi UE e il 45% verso paesi extra-UE.
Importanti indicazioni derivano anche dalle quote di mercato conquistate dal Prosciutto di San Daniele in Europa e nei principali paesi fuori dall’Unione Europea. Il dato principale è quello del mercato francese; in Francia la quota di mercato è pari al 27% mentre negli USA al 19%. Seguono le quote in Germania e Australia con 13% e 10%. Nella “speciale classifica” seguono Belgio, Svizzera, Austria, Regno Unito, Giappone, Canada, Olanda, Lussemburgo e Messico.
Sono questi i principali paesi in cui il brand Prosciutto San Daniele contribuisce a determinare la crescita dell’export e l’impatto positivo sui dati dell’anno appena concluso. Ma è anche un altro il dato interessante ed è quello concernente la quota di esportazioni verso paesi extra UE. In questo caso l’export rappresenta il 45% del totale, sintomo della grande riconoscibilità del brand, elemento caratterizzante di un prodotto ormai identificato come simbolo di eccellenza nel mercato agroalimentare nonché elemento di punta del settore food Made in Italy.
E oltre ai numeri importanti del Consorzio, forse è proprio il brand (con la sua riconoscibilità e la sua importanza) a trainare la crescita dell’export anche nel secondo semestre e, dunque, su base annua. Per reseller e consumatori il San Daniele DOP non è solo facilmente riconoscibile ma è uno degli emblemi dei migliori prodotti italiani e degli elevati standard di qualità dell’intera filiera produttiva.
A contribuire alla diffusione di questa rinnovata consapevolezza direttamente collegata al brand, anche i trattati di libero scambio siglati dall’Unione Europea con Giappone e Canada, entrambi finalizzati a garantire nuove tutele ai principali brand europei contro il rischio di imitazione, senza dubbio ancor più importanti proprio per player storici del settore agroalimentare italiano (come il Consorzio Prosciutto di San Daniele DOP), storicamente sempre penalizzati dai rischi connessi alla contraffazione.
Uno degli elementi che forse ha determinato in misura maggiore la crescita dell’export è stato proprio il continuo lavoro di tutela condotto dal Consorzio sul Disciplinare di produzione, oltre che sul brand; una serie di azioni mirate alla salvaguardia di una filiera composta da ben 31 aziende localizzate a San Daniele del Friuli, 3851 allevamenti e 54 macelli che creano un prodotto dalle caratteristiche uniche utilizzando esclusivamente suini italiani e sale marino.