Meloni rivendica la tassa sugli extraprofitti. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha rilasciato un’intervista “a giornali unificati” al Corriere, alla Repubblica e alla Stampa. Gli argomenti sono stati vari e diffusi, ma non si poteva ignorare il tema più caldo. La presidente non solo si dice favorevole alla tassa sugli extraprofitti alle banche, ma sottolinea che è stata lei stessa a volerla. “Certo che la rifarei, è una iniziativa che ho voluto io. Ho massimo rispetto del sistema bancario e non ho intenzione di colpire le banche. Ma c’era una situazione di squilibrio. Il sistema bancario è stato veloce ad alzare i tassi dei mutui, ma ha lasciato invariati i tassi cha venivano riconosciuti ai risparmiatori e si è creata una distorsione“.
>>>>> Cristiano Murgia spiega la risata ai funerali della sorella, Michela
La presidente Meloni rivendica la tassa sugli extraprofitti
Ecco perché Meloni rivendica la tassa sugli extraprofitti. Meloni comprende le critiche di Antonio Tajani (FI) al provvedimento e riconosce che potrebbe esserci una questione di metodo. Ammette di aver coinvolto in minor misura la maggioranza, ritenendo che la questione non dovesse essere troppo divulgata, per le inevitabili ricadute sulle borse. Sottolinea che si è assunta la responsabilità di intervenire su una materia delicata e che il ministro dell’Economia Giorgetti è stato pienamente coinvolto.
L’alleanza con Le Pen
Riguardo all’alleanza con Marine Le Pen in vista delle Europee, Meloni afferma di non avere l’autorevolezza per porre veti su nessuno. Dice che sta lavorando per far crescere la famiglia dei conservatori e cerca un’alleanza omogenea, respingendo l’idea delle larghe intese. Sul conflitto con Stefano Bonaccini riguardo ai fondi per l’alluvione, Meloni avverte che fare politica sulla ricostruzione impatta sui cittadini. Esprime confusione riguardo alla richiesta di un incontro da parte di Bonaccini e menziona il commissario straordinario Figliuolo.
Il conflitto sul salario minimo
“Non temo un autunno caldo”, dice perentoria Meloni. In merito al salario minimo, Meloni afferma di aver dato sessanta giorni al Cnel per proporre misure contro il lavoro povero. Esclude l’approccio di un singolo provvedimento sul salario minimo, ma invece affronta la questione delle basse paghe. La proposta di legge delle opposizioni prevede un fondo per gli imprenditori che aumentano i salari, ma non specifica la copertura, il che suscita le critiche di Meloni. “L’opposizione ha avviato una raccolta di firme nonostante sappia che il salario minimo non risolverà completamente la questione del lavoro povero“. Meloni non teme un autunno caldo e crede che gli italiani riconoscano gli sforzi del governo per ottenere risultati. Sottolinea che il Pil sta crescendo più rapidamente rispetto ad altre grandi democrazie e critica la Cgil per organizzare manifestazioni prima che la legge di bilancio sia scritta.
La smentita sul Pnrr e la questione migranti
Sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Meloni afferma che le opere saranno portate avanti e che alcuni fondi verranno spostati su altre voci di bilancio. Ma è tutto quello che dice, così come taglia corto anche sui migranti, mantiene la sua posizione, sottolineando che l’approccio securitario da solo non è sufficiente e continua a sostenere il piano Mattei, indipendentemente dalla crisi in Niger.