Il profilo di Fabrizio Corona era stato sospeso da Instagram soltanto pochi giorni fa. Non sono ancora chiari i motivi di questo stop imposto dal social network al fotografo dei vip. Ma la successione temporale tra il suo attacco a Ilary Blasi dopo la rottura con Francesco Totti e la sospensione fa pensare. Ora però Corona è tornato su Ig con un nuovo account. Il figlio ventenne Carlos coglie l’occasione per lanciare qualche messaggio trasversale.
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“Papà tu sei sempre stato vero, senza filtri, ed è questo il problema. – si sfoga Carlos in alcune Instagram stories – Non mi preoccupo perché sei stato sempre libero anche in galera e non ti possono fermare mai, ti devono uccidere come dici tu. Fagli vedere come hai preparato il grande rientro. – lo incita il ragazzo – Insegna a tutti verità, informazione e comunicazione. Ora sono ca**i vostri! – aggiunge riferito all’apertura del nuovo account Ig del padre – Potete rinchiuderlo in galera per anni, potete cancellargli 1000 profili, ma lui tornerà sempre…e sempre più vero”, conclude.
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L’avvocato di Fabrizio Corona, Ivano Chiesa, spiega i motivi che hanno portato alla sospensione dell’account Instagram del suo assistito. “È il mestiere di Fabrizio e sa quello che deve fare. – dichiara Chiesa a Fanpage – È al corrente che quello che pubblica deve avere un riscontro oggettivo e sta attento anche all’utilizzo dei termini. Ma tanto lo quereleranno di sicuro. Non c’è dubbio, l’ho già messo in preventivo”.
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“In un paese come l’Italia, in cui vige libertà di parola e di espressione, non puoi permetterti di bloccare un sistema di comunicazione, tantomeno senza comunicarlo preventivamente. – attacca il legale di Fabrizio Corona – Ritengo che sia illegittimo e vedremo cosa fare. Il concetto che chi somministra un servizio possa fare ciò che gli pare è sbagliato perché esiste una cosa chiamata Codice Civile e sopra c’è un’altra cosa che si chiama Carta Costituzionale. La censura preventiva non è consentita nel nostro ordinamento. Non ho provato a contattarli, al massimo gli faccio causa. Gli atti di prepotenza non sono tollerabili”, conclude.
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