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Facebook: bloccato l’algoritmo che cerca di evitare i suicidi

È stato disattivato di recente l’algoritmo, che dopo aver analizzato i post dei vari utenti su Facebook, permetteva di individuare e prevenire situazioni che sarebbero potute diventare pericolose per la vita, e addirittura, sfociare in un suicidio.

La privacy in Europa

Il blocco di tale algoritmo in Europa è stato introdotto a causa delle speciali restrizioni sulla privacy personale tutelata dal regolamento sulla protezione dei dati generali. Ciò obbliga gli utenti a dare un consenso specifico alle informazioni sensibili, tra queste ci sono quelle che riguardano le condizioni psicologiche e fisiche di un determinato individuo.

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Facebook e l’IA

Già dal 2017, Facebook aveva introdotto l’uso dell’intelligenza artificiale per valutare, tramite i post degli utenti, il loro stato mentale e identificare i segnali di autolesionismo. Tutto ciò per prevenire i suicidi. Questo progetto è nato dopo una triste catena di eventi che ritraevano gli utenti mentre si suicidavano in diretta sul noto Social Network.
Ultimamente hanno fatto molto discutere i recenti scandali che hanno coinvolto la gestione della privacy della famosa piattaforma digitale e la raccolta delle informazioni dello status degli utenti senza il loro consenso. Da qui è sorta spontanea la domanda: Facebook è una piattaforma affidabile?

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Algoritmo sotto accusa

L’algoritmo sotto accusa, ha la capacità di analizzare i post scritti dagli utenti e decidere se considerarli innocui o dannosi. Nel primo caso, tutto bene. Nel secondo, invece, viene inviata una notifica a un team di esperti in analisi comportamentali che, se lo ritiene opportuno, ha l’obbligo di contattare le forze dell’ordine.
Negli Stati Uniti, le informazioni che coinvolgono i dati sensibili degli individui sono tutelate dalla Legge sull’Assicurazione e sulla Responsabilità delle Assicurazioni Sanitarie, tramite particolari protezioni sulla privacy, tra cui le restrizioni di crittografia e condivisione, nella gestione delle cartelle cliniche. Queste condizioni, però, vengono applicate solo alle organizzazioni che forniscono servizi sanitari, tra cui ospedali e compagnie assicurative. Facebook e il suo algoritmo sono tagliati fuori da queste limitazioni. Aspetto positivo o negativo?

Alcuni mesi fa, Mark Zuckerberg, famoso amministratore delegato di Facebook, afferma che: “Nell’ultimo anno, abbiamo aiutato i primi soccorritori a raggiungere rapidamente circa 3.500 persone in tutto il mondo che avevano bisogno di aiuto”. In Europa tutto ciò non basta e il Regolamento sulla protezione dei dati generali impone delle dure condizioni. Per questo motivo è scattato il blocco del famoso algoritmo di Facebook.

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