La maggior parte della Fake News gira su Facebook. Il primo obiettivo, dunque, è ridurre la circolazione delle fake news, renderle meno visibili, e dunque non farle comparire nel news feed di ciascuno di noi. Pochi giorni fa con l’inchiesta del New York Times Mark Zuckerberg si è trovato a dover affrontare le sue responsabilità in merito. Per controbattere, il colosso di Menlo Park ha deciso di mettere a disposizione delle testate locali dei fondi, ma solo nel Regno Unito. Il re dei social network ha annunciato che stanzierà un fondo di 4,5 milioni di sterline (quasi 5 milioni di euro) per «redazioni locali, con il fine di assumere e formare per due anni circa 80 persone».
Il denaro, che verrà gestito nel Regno Unito dal National Council for the Training of Journalists, risponde alla missione di «incoraggiare il giornalismo in città che hanno perso i giornali locali o i giornalisti d’assalto». L’operazione coinvolge i gruppi di pubblicazione Newsquest, JPIMedia, Reach, Archant and the Midland News Association, che potranno contare su questa somma per assumere e formare nuovi giornalisti che durante i due anni riceveranno le necessarie qualifiche.
Gli 80 cronisti seguiranno un percorso di formazione e verranno scelti tra quelli che hanno perso il lavoro per via della chiusura del loro giornale. Al termine, il progetto garantirà a ognuno di loro un nuovo contratto di lavoro con una nuova testata giornalistica. Tutto il progetto partirà nel 2019, con l’arrivo delle domande dei cronisti per aderire al programma di formazione. Al termine, gli interessati avranno sia una qualifica NCTJ, sia della formazione specifica sui social media fornita direttamente da Facebook.
Nick Wrenn, il responsabile news partnership di Facebook in Europa, Medio Oriente e Africa, ha presentato l’iniziativa spiegando che Facebook «svolge un ruolo fondamentale nel modo in cui le persone si informano oggi» e che per questo vuole «fare di più per supportare gli editori locali» e «supervisionare il reclutamento dei giornalisti e garantirgli adeguata formazione e qualifica». L’amministratrice delegata del NCTJ Joanne Butcher ha dichiarato che «la nostra esperienza con Facebook è stata molto positiva», riconoscendo il ruolo fondamentale che svolge il social nell’informazione di oggi. «Sono sicura che le intenzioni di Facebook sono positive e genuine» ha aggiunto, spiegando che la speranza è che «questo porti alla creazione di notizie più rilevanti a livello locale».
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Si potrà forse fare qualcosa per limitare la diffusione delle notizie false, ma eliminarle sarà impossibile: così il social network ha cominciato da qualche mese a studiare strumenti per segnalarle, come il bollino rosso che si è già visto in USA e che sta per arrivare in altri Paesi. Facebook si affida a organismi esterni di verifica delle notizie e delega loro la valutazione delle notizie. Dall’altro lato, il social di Zuckerberg sta lavorando con testate giornalistiche e organi di informazione: “Non lo siamo direttamente, ma facciamo parte dell’ecosistema e ci assumiamo le nostre responsabilità, per questo stiamo sviluppando nuovi prodotti coinvolgendo chi produce notizie”, dice Mosseri, Vicepresidente News Feed di Facebook. Intanto è nato il Facebook Journalism Progect, dove Facebook raccoglie le adesioni e i suggerimenti delle testate grandi e piccole, e in questa prospettiva si spiega la decisione di mettere a disposizione di tutti i professionisti dell’informazione CrowdTangle potente strumento di analisi dei social network acquisito lo scorso anno. E la collaborazione con First Draft, associazione non profit dedicata a migliorare la capacità e la metodologia utilizzata per segnalare e condividere informazioni online. La decisione di incentivare il giornalismo di qualità nel Regno Unito potrebbe essere sì una buona notizia, ma anche una grande mossa di puro marketing?
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