Forza Nuova e CasaPound hanno visto i loro account sospesi da Facebook, una notizia che ha spiazzato i vertici dei due partiti dei estrema destra che evidentemente non si aspettavano un simile provvedimento. Un passo deciso, forte, da parte del colosso dei social network, che ha chiarito successivamente le motivazioni dietro la sua scelta: “Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram”.
“Per questo motivo – prosegue Facebook – abbiamo una policy sulle persone e sulle organizzazioni pericolose, che vieta a coloro che sono impegnati nell’odio organizzato di utilizzare i nostri servizi. Candidati e partiti politici così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia. Gli account che abbiamo rimosso oggi violano questa policy e non potranno più essere presenti su Facebook o Instagram”.
“Per impedire e interrompere atti di violenza reali, non permettiamo la presenza su Facebook di organizzazioni o individui che proclamano missioni violente o che sono coinvolti in azioni violente. Questo include organizzazioni o individui coinvolti nelle seguenti attività: Terrorismo, Odio organizzato, Traffico di esseri umani, Violenza organizzata o attività criminale. Rimuoviamo inoltre contenuti che esprimono supporto o elogio di gruppi, leader o individui coinvolti in queste attività. È possibile trovare maggiori informazioni sulle nostre iniziative per la lotta al terrorismo”.
Le pagine rimosse oggi in base alla policy sulle persone e organizzazioni pericolose sono quelle di CasaPound, Forza Nuova, Simone Di Stefano, Gianluca Iannone e Roberto Fiore. Sono state cancellate anche pagine e gruppi che rappresentano queste organizzazioni e individui, incluse le pagine locali. Facebook ha quindi, di fatto, riconosciuto i contenuti violenti degli account legati all’estrema destra italiana e preso provvedimenti, un passaggio storico dopo le tante polemiche degli ultimi anni legate proprio a queste realtà neofasciste.
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