Dopo le polemiche scatenatesi sul tema Facebook e privacy, dopo il terremoto nel mondo imprenditoriale e social, Mark Zuckerberg ha promesso che avrebbe preso ben presto provvedimenti e così è stato. La macchina del cambiamento si è già messa in moto. Si vocifera, infatti, che sia in corso la creazione di un apposito team per le nuove funzionalità pronto a mettere in atto le migliori strategie per proteggere i dati degli utenti.
Insomma lo scandalo Cambridge Analytica a qualcosa è servito. La società ha annunciato di dover chiudere i battenti a causa della fuga in massa dei clienti e delle spese legali astronomiche da sostenere, ma gli utenti dei social e soprattutto di Facebook hanno imparato a prestare maggior attenzione ai propri dati sensibili e sono diventati più consapevoli delle insidie che incontrano sul web.
Ad accelerare i processi di cambiamento e a mettere fretta a Zuckerberg e al suo team, in materia di privacy, almeno per quanto riguarda l’Europa e l’Italia, ci ha pensato l’introduzione della nuova regolamentazione. Proprio per questo motivo Facebook ha già iniziato ad apportare alcuni cambiamenti organizzativi per rendere la privacy una parte centrale delle attività di prodotto. L’uomo chiave? David Baser. E’ lui, secondo quanto si vocifera su internet, a lavorare sulle nuove politiche sulla privacy di GDPR in Europa cercando di creare un nuovo team di persone altamente qualificate per lo studio di strategie ad hoc a tutela dei propri utenti. Baser sta cercando di raggruppare oltre 300 ingegneri e altre persone altamente qualificate per costruire un pool di lavoratori altamente qualificati capaci di districarsi fra le varie leggi e di studiare e mettere in pratica le soluzioni migliori.
Facebook e privacy: un team e tante idee
Visto lo scandalo e la conseguente bufera mediatica, Facebook non ha perso tempo. E’ già stata annunciata una nuova ed importante funzione che permetterà agli utenti di vietare al noto social di raccogliere la loro cronologia di navigazione off-Facebook e abbinarla al loro profilo.
Basterà questo? Forse no. Nel frattempo, però, si è spinto anche oltre annunciando di desiderare ardentemente di voler apportare novità ancor più rivoluzionare su Facebook in materia di privacy.
L’uomo del momento a Record, in una intervista, ha infatti annunciato: “Immaginate che un ingegnere stia scrivendo il codice per una nuova funzionalità che utilizza determinati dati dal profilo di un utente. Un programma di privacy-by-design potrebbe riconoscere quali dati l’ingegnere stia utilizzando e aggiungere automaticamente il necessario codice di privacy per quel set di dati utente, o per lo meno richiedere all’ingegnere di aggiungerlo prima di poter spedire il nuovo prodotto“.
Per ora non esiste nulla di tutto ciò, ma presto le idea di Baser potrebbero diventare realtà. Al suo fianco vi saranno anche Erin Egan, chief privacy officer di Facebook ed il suo team. Spetterà a loro studiare le novità e cercare di trovare il giusto compromesso fra il regolamento di uno dei social più famosi al mondo e le varie leggi dei vari paesi.
Insomma ben presto il mondo Facebook cambierà notevolmente. Egan ha detto di esserne certa. Riuscirà però il team a risolvere tutti i problemi? Quanto ci vorrà?
Facebook e privacy: alla base dello scandalo
Come ha fatto Facebook a raccogliere i dati degli utenti? Le spiegazioni date sono numerose, ma sia Baser che Zuckerberg hanno sottolineato di non aver mai venduto nulla a terzi e di non aver fatto nulla di più di altre società. Youtube e Google, ad esempio, si basano sugli stessi principi.
In concreto si è capito che Facebook sia sempre stato in grado di raccogliere dati anche da parte di chi visitava un sito o usava una determinata un’app pur essendo disconnesso dal social o addirittura non possedendo nemmeno un account.
La colpa? Secondo i più va attribuita a:
- plug-in social come i pulsanti ‘Mi piace’ e ‘Condividi’;
- login Facebook per accedere a un altro sito web o app;
- Facebook Analytics.
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