Facebook ancora nel mirino per violazione della privacy. Secondo quanto rivela ilNew York Times, il social network avrebbe stretto accordi con i produttori di telefoni e altri dispositivi perché potessero accedere a una grande quantità di informazioni personali degli utenti, senza il loro consenso. Il social network ha siglato accordi per condivisione dei dati con almeno quattro società di elettronica cinesi inclusa Huawei, il colosso delle telecomunicazioni nel mirino dell’intelligence americana che la ritiene una minaccia alla sicurezza nazionale. A lanciare la nuova accusa è il New York Times, secondo il quale gli accordi sono stati siglati nel 2010.
Gli altri big cinesi coinvolti sono Lenovo, Oppo e TLC. Gli accordi sono ancora in vigore, anche quello con Huawei che Facebook si impegna però a rescindere entro la fine della settimana. Si tratta, secondo il quotidiano newyorkese, di intese raggiunte negli ultimi dieci anni con almeno 60 produttori di smartphone, tablet e dispositivi mobili tra cui Amazon, Apple, Blackberry, Microsoft e Samsung: gli accordi sarebbero tuttora in vigore anche se Facebook avrebbe iniziato a ridurli a partire da aprile scorso. Secondo il Nyt, inoltre, alcuni produttori avrebbero inoltre potuto accedere anche ai dati di ‘amici’ degli utenti.
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Gli accordi di Facebook con Huawei
Quando lo scandalo Cambridge Analytica sembrava ormai lontano, una nuova bufera travolge Facebook. Un’inchiesta del New York Times rivela come il social di Mark Zuckerberg condivida alcuni dati sensibili degli utenti con grandi aziende produttrici di smartphone nonostante abbia dichiarato di non farlo. Semplice dimenticanza?
Nel 2011 la FTC (Federal Trade Commission) ha costretto Facebook a sottostare ad un decreto secondo il quale non avrebbe mai dovuto condividere i dati degli utenti con terze parti se non dopo l’autorizzazione degli utenti stessi. Teoricamente le cose sono andate esattamente in questo modo, il social ha cercato di escludere informazioni come religione, orientamento politico e altri dati personali dai dati condivisi con molte delle aziende di terze parti che si appoggiano al social.
Il problema sta nella definizione di “terze parti”. Secondo il report della testata giornalistica americana, infatti, le aziende produttrici di dispositivi (OEM) come Samsung, Apple, Microsoft, BlackBerry e molte altre sono considerate partner di Facebook e quindi avrebbero avuto accesso ai dati da molto tempo. Si parla di un periodo di più di dieci anni.
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Non abbiamo violato nessun accordo
Tuttavia Facebook ha detto che è stato attento alle partnership, che sono state progettate per aiutare i produttori di smartphone a creare versioni personalizzate dell’app di Facebook. Un rappresentante dell’azienda durante un intervista ha difeso la posizione dell’azienda. Secondo questa persona Facebook non avrebbe violato le sue policy per la privacy, il decreto FTC o altri accordi con gli utenti. Le partnership sarebbero infatti regolate da dei contratti precisi riguardo l’uso di questi dati, persino quelli archiviati nei server dei partner.
“Le integrazioni di Facebook con Huawei, Lenovo, OPPO e TCL sono state controllate fin dall’inizio – e abbiamo approvato le esperienze di Facebook realizzate da queste società”, ha detto in una nota Francisco Varela, vicepresidente delle partnership mobili dell’azienda. “Visto l’interesse del Congresso, volevamo chiarire che tutte le informazioni di queste integrazioni con Huawei erano archiviate sul dispositivo, non sui server di Huawei.”
Nel caso delle società cinesi, Facebook precisa che per Huawei i dati condivisi restavano sui cellulari, non sui server. Ma questo non basta a placare le polemiche: Huawei è nel mirino della politica americana da tempo, un po’ come lo è ZTE, tanto che l’intelligence statunitense ha consigliato nei mesi scorsi agli americani di non acquistare cellulari Huawei, colosso che riceve miliardi di dollari da Pechino per espandersi all’estero.
Lo scandalo Cambridge Analytica si è appena concluso e gli utenti del social più usato al mondo stavano lentamente tornando alla normalità dimenticandosi dei torti che Facebook gli aveva fatto. Un nuovo report, questa volta in arrivo dal New York Times, sta riportando alla luce i problemi di privacy dei dati degli utenti di Facebook. Mark Zuckerberg deve temere questa nuova tempesta in arrivo?
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