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Scandalo Cambridge Analytica: Facebook e la violazione della privacy

Facebook è nei guai e non basterà una dichiarazione di Zuckerberg per fermare il calo a Wall Street.

Da quando è scoppiato il caso “Cambridge Analytica” sullo scandalo dei profili degli utenti rubati, il titolo ha perso quasi 8 punti percentuali con la conseguente perdita di tutto il settore tecnologico.

É la perdita più grave che il social network abbia registrato da quando è stato quotato in borsa, ovvero 36 miliardi di quotazione in meno del valore.

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La violazione della privacy

Qual è l’accusa? Secondo l’inchiesta dei noti quotidiani americani New York Times e The Guardian sono stati violati circa 51 milioni di profili di elettori americani  dalla società Cambridge Analitica che ha dato il nome alla scandalo, durante la campagna presidenziali di Trump e il referendum per la Brexit. Sotto accusa un’applicazione,  denominata ‘thisisyourdigitallife‘, presentata a Facebook e utenti in quanto capace di ricerche psicologiche a scopi accademici esclusivamente accademici. Per far questa era necessaria una raccolta dati che appunto implicava l’utilizzo delle informazioni personali. La società di Zuckerberg lo sapeva?  A quanto pare sì, da circa tre anni, e ne aveva chiesto l’eliminazione. La cattiva condotta è riconducibile al fatto che Facebook non avesse in alcun modo avvertito i suoi utenti.

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FacebookLe responsabilità di Alex Stamos

Così dall’America alla Gran Bretagna, tutti contro Facebook, in particolare contro Alex Stamos, capo della sicurezza dati. Dopo le accuse, Stamos ha messo nero su bianco la sua volontà di restare in società nonostante il suo ruolo sia cambiato: “Nonostante le voci, sono ancora completamente impegnato con il mio lavoro su Facebook. È vero che il mio ruolo è cambiato. Attualmente sto trascorrendo più tempo a esplorare i rischi emergenti per la sicurezza e a lavorare sulla sicurezza delle elezioni”, le sue parole su Twitter, ma le dimissioni si avvicinano in quanto Facebook gli imputerebbe anche la mal gestione di fake news e notizie.

Dunque non solo azionisti e curiosi, ma perfino l’Europarlamento ha cercato di indagare per capire cosa ci riserverà il prossimo futuro.

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europa-ecologiaLa reazione dell’Europarlamento

Facebook è il social network più utilizzato al mondo, che vanta l’iscrizione di 2 miliardi di utenti attivi, quindi il problema della sicurezza dei dati assume una dimensione globale. Ne è preoccupato perfino il Presidente della Ue Antonio Tajani, che attraverso un tweet ha dichiarato: “L’utilizzo illegale dei dati di milioni di utenti Facebook per condizionare risultati elettorali sarebbe una minaccia al funzionamento della democrazia. La politica deve tutelare la privacy dei cittadini dallo strapotere delle piattaforme digitali”. Ha chiamato in causa proprio l’Europarlamento, che dovrà necessariamente indagare sulla faccenda per garantire il diritto alla privacy dei cittadini europei. Intanto il titolo continua a scendere vertiginosamente.