Il naufragio del 26 febbraio a Steccato di Cutro continua a suscitare polemiche. Infatti, i familiari delle vittime si sono riuniti di fronte al palasport di Crotone per protestare contro la decisione del governo italiano di trasferire le salme al cimitero musulmano di Bologna. Secondo i parenti delle vittime, il governo gioca con i morti e cerca di portare via le salme senza nemmeno consultare le famiglie.
Le proteste sono pacifiche e i partecipanti tengono in mano le foto dei loro cari deceduti in mare. La richiesta è chiara: i corpi dei loro cari devono essere restituiti loro e portati nei paesi d’origine o dove i parenti desiderano.
Un cittadino curdo ha dichiarato che il presidente Mattarella aveva promesso che sarebbe stato fatto di tutto per una degna sepoltura per queste persone che hanno perso la vita. Fonti del Viminale hanno dichiarato che i trasferimenti delle salme sono soluzioni provvisorie e non definitive, prese per dare immediata dignità alle salme. Inoltre, si procederà sulla base delle richieste di ogni nucleo familiare per trovare la soluzione definitiva. Qualora sia richiesto il rimpatrio della salma, lo Stato italiano si farà carico di tutti gli oneri.
In questo momento, i familiari delle vittime continuano la loro protesta pacifica a Crotone, chiedendo giustizia e verità per i loro cari morti nel naufragio.