Come previsto dalla legge provinciale riguardante le misure di contenimento della diffusione del virus SARS-COV-2 nella fase di ripresa delle attività, il Trentino Alto adige si stacca da quanto previsto dal Governo nazionale dando il via libera a quasi tutti gli esercizi. A ripartire dall’11 maggio infatti, Bolzano ha ritrovato una parvenza di normalità: se non fosse per le mascherine e i cartelli all’ingresso dei bar, sembrerebbe essere tornati ai tempi prima del Covid. La ripartenza ha riguardato le attività di servizi alla persona, servizi di ristorazione e somministrazione di alimenti e bevande, le attività artistiche e culturali, compresi i musei, le biblioteche e i centri giovanili, gli esercizi commerciali al dettaglio. Dal 18 maggio torneranno ad essere offerti i servizi per l’infanzia con gruppi ridotti. A decorrere dal 25 maggio 2020 le strutture ricettive ubicate sul territorio provinciale e le attività turistiche. Il tutto sempre rispettando le norme igieniche e di sicurezza.
Dopo un periodo di attività con asporto, riprendono a Bolzano il servizio ai tavoli anche ristoranti e bar, con una distanza minima di due metri fra un tavolo e l’altro. Anche qui obbligo di mascherina. Al ristorante Nada Mas di piazza Erbe per il momento non si può ancora entrare ma da domani sarà possibile prenotare i tavoli. Ma il giardino è già aperto e i clienti seduti assaporano caffè in tazza di ceramica e spritz nel bicchiere di vetro. “Ci stiamo organizzando per avere quattro cinque tavoli all’interno e altrettanti nel giardino”, ha raccontato al Corriere della Sera la titolare Verena Trenner.In piazza Walther, il più importante punto di ritrovo della città, è tutto aperto. Ad un tavolo del caffè Walthers c’è il deputato della Lega Filippo Maturi che assapora un risotto agli asparagi: “Prodotti locali per dare un segnale di speranza. È chiaro che chi riapre in queste condizioni è eroico e va sostenuto. Con così pochi tavoli è difficile far quadrare i conti”. Claudio Marchesini, titolare del caffè Domino, è entusiasta della riapertura. “Abbiamo quattro dipendenti, tutti in cassa integrazione. Nessuno ha visto ancora un euro, abbiamo anticipato qualcosa per marzo ma tra affitti e spese non potevamo fare di più. Siamo contenti di aprire anche se oggi piove: adesso speriamo che tutti mostrino senso di responsabilità. Tutti sappiamo che come comportarci”.A Bolzano i saloni stanno ricevendo i primi clienti con orario prolungato, in alcuni casi dalle 7 alle 21, per smaltire le lunghe liste d’attesa. Lorenza Delladio, titolare insieme alla sorella del Salone Fernando, misura la febbre ai suoi clienti: “Siamo pieni per le prossime due settimane. Tutti hanno bisogno di tagliarsi i capelli dopo due mesi”, ha spiegato l’imprenditrice. “Siamo pieni di richieste, è da stamattina che il telefono continua a suonare. Siamo felici di dare un po’ di gioia alla gente”, ha confermato Dario Cecchetto, titolare del salone Top man nel centro che ora lavora solo su appuntamento. “Abbiamo camici usa e getta e ai clienti chiediamo di indossare guanti e mascherina chirurgica”.
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