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Fashion Week e politica, Donatella Versace attacca Giorgia Meloni: “Toglie la libertà di amare chi si vuole”

Diritti Lgbt, Donatella Versace attacca Giorgia Meloni. Durante le giornate della fashion week milanese, caratterizzate da eleganza, stile e attenzione all’ambiente, si è posta un’enfasi particolare sull’impegno civile e la tutela delle minoranze. Ieri, al Teatro alla Scala, si è tenuta la cerimonia di premiazione del Cnmi Sustainable Fashion Awards, dove Donatella Versace è stata onorata con l’Equality ed Inclusivity Award da Marco Mengoni. “Qui in Italia non è mai stato così importante per noi sostenere le voci delle minoranze. Il nostro governo sta cercando di togliere alle persone il diritto di vivere come desiderano”.
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Donatella Versace

Sui diritti Lgbt, Donatella Versace attacca Giorgia Meloni

Donatella Versace attacca Giorgia Meloni dal palco della Milano Fashion Week. “Qui in Italia non è mai stato così importante per noi sostenere le voci delle minoranze. Il nostro governo sta cercando di togliere alle persone il diritto di vivere come desiderano: di togliere la libertà di camminare per strada a testa alta e senza paura, indipendentemente dalla propria identità, la libertà di costruire una famiglia e vivere come si desidera, la libertà di amare chi si vuole. Avevo 11 anni quando mio fratello Gianni mi disse che era gay. Per me, questo non cambiò nulla”.

Nel suo discorso, Donatella Versace ha sottolineato l’importanza di sostenere le voci delle minoranze in Italia. Ha evidenziato come il governo stia attualmente cercando di limitare i diritti delle persone di vivere secondo la propria identità, di camminare per le strade senza paura, di costruire famiglie e di amare chi desiderano. Ha condiviso un aneddoto personale, ricordando che quando suo fratello Gianni le rivelò di essere gay quando lei aveva solo 11 anni, ciò non cambiò nulla per lei.

La stilista ha reso omaggio all’importanza della diversità e dell’inclusione, sottolineando la necessità di proteggere i diritti di tutte le persone, indipendentemente dalla loro identità. Tra il pubblico attento c’era anche Alessandro Zan, autore di una proposta di legge sull’omofobia che non ha avuto successo nella scorsa legislatura.

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