Arriva la fattura elettronica, ma non per tutti. L’obbligo, al netto di possibili proroghe, riguarderà metà dei 5,8 milioni di titolari di partita Iva (imprenditori individuali, professionisti, società ed enti non commerciali) ma anche gli esclusi dovranno comunque informarsi a dovere, visto che potranno comunque trovarsi a ricevere fatture elettroniche dai propri fornitori. A riassumere cosa accadrà nei prossimi mesi è il Sole 24 Ore: a evitare la e-fattura saranno innanzitutto i contribuenti che hanno aderito al regime forfettario e i vecchi minimi (circa 935mila titolari di partita Iva, in base agli ultimi dati).
In totale si tratta di una percentuale della popolazione che potrebbe arrivare anche a 1,5 milioni e alla quale va poi aggiunto un
milione e 732mila esercenti o artigiani che operano solo con consumatori ed emettono scontrini e ricevute fiscali. Per loro, di trasmissione telematica non si parlerà prima del prossimo 1° luglio (grandi operatori) o addirittura del 1° gennaio 2020 (tutti gli altri). Il terzo fronte di limitazioni arriverà dal Parlamento. Il primo banco di prova è previsto già oggi, quando la commissione Finanze del Senato è chiamata a completare l’esame degli emendamenti accantonati la scorsa settimana.
Si tratta di modifiche al decreto fiscale (Dl 119/2018) finalizzate a restringere la platea dei soggetti obbligati alla trasmissione della e-fattura: in particolare, escludendo medici e farmacisti che inviano al Sistema tessera sanitaria (Sts) i dati relativi alle spese dei propri clienti per permettere alle Entrate di preparare la dichiarazione dei redditi precompilata. In ballo c’è anche l’esclusione delle associazioni sportive dilettantistiche, su cui però il dibattito è più aperto.
Si discuterà anche dell’estensione fino a fine settembre della moratoria sulle sanzioni per chi non si adeguerà all’obbligo di fatturazione elettronica tra privati. Decisa invece l
a data di debutto del nuovo obbligo (1° gennaio 2019). Anche perché alla fattura elettronica sono legati 1,97 miliardi di euro di maggiori entrate da contrasto all’evasione Iva nel 2019.
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