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Fca: “Con Ecotassa salta piano investimenti in Italia”. A rischio molti posti di lavoro

A muoversi contro l’Ecotassa sulle auto diesel e benzina ora ci pensa anche Fca, uscendo allo scoperto e portandosi dietro tutto il suo enorme peso. Per la prima volta da quando è stata introdotta la misura, ieri Fiat Chrysler Automobiles ha deciso di rompere definitivamente gli indugi: se il provvedimento non verrà modificato evitando le penalizzazioni, il gruppo sarà costretto a rivedere il piano di investimenti da 5 miliardi di euro in Italia. Un programma ambizioso che prevede il lancio di 13 nuovi modelli o il restyling di quelli esistenti e nuove motorizzazioni con l’impiego di tecnologie ibride ed elettriche.

Il Lingotto ha maturato questa decisione ieri mattina dopo un tavolo sull’auto con risultati deludenti, convocato martedì a Roma dal ministero dello Sviluppo. Le aperture del ministro Di Maio a metter mano all’ecotassa non sono bastate a rassicurare non solo Fca ma l’intero mondo dell’auto. Tant’è che a insorgere ieri sono state anche le associazioni dei costruttori Anfia, Unrae e Federauto, ribadendo la loro netta opposizione alla proposta e puntando l’indice soprattutto sul danno che si verrebbe a creare sul fronte dei posti di lavoro.

La misura, avvertono le associazioni, “si tradurrebbe in un serio fattore di destabilizzazione per il settore, mettendone anche a rischio l’occupazione”. Ma a lanciare per primo il sasso ieri mattina è stato il responsabile per l’area Emea (Europa, Medioriente e Africa) di Fca Pietro Gorlier a con la lettera recapitata ieri mattina al presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Nino Boeti. Gorlier spiega che Fca non andrà alla riunione sul settore auto dei Consigli del Piemonte e di Torino, aperta ai sindacati, prevista per stamattina e poi annullata.

“Negli ultimi giorni – afferma Gorlier – lo scenario è stato modificato da interventi sul mercato dell’auto in discussione all’interno della Legge di Bilancio, che a nostro avviso alterano l’intero quadro d’azione all’interno del quale il piano per l’Italia era stato delineato. Se tale intervento fosse confermato fin dal 2019 si renderà necessario un esame approfondito dell’impatto della manovra e un relativo aggiornamento del piano”. Il possibile congelamento del piano ha scatenato ieri le reazioni del mondo della politica e dei sindacati.

“Se il piano presentato ai sindacati è solido Fca continui il confronto con il governo”, ribatte la sindaca di Torino Chiara Appendino, mentre per il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino “inquieta questa non certezza delle politiche del governo in un settore strategico per il Piemonte e per l’Italia”. Nello stabilimento torinese di Mirafiori il piano contemplava investimenti importanti per la produzione della 500 elettrica e il rinnovamento dei modelli Maserati Levante, Quattroporte e Ghibli nonché l’obiettivo di raggiungere progressivamente la piena occupazione.

Sul fronte sindacale la leader Cisl, Annamaria Furlan invita il governo a evitare “il rischio che Fca debba rivedere il piano”. “Purtroppo i nostri maggiori timori si stanno realizzando”, osserva il segretario Uilm, Rocco Palombella. “Ci troveremo nella situazione grottesca che Di Maio per decreto cancellerà i posti di lavoro dei concittadini operai di Pomigliano”, sostiene Ferdinando Uliano, numero uno della Fim Cisl. Anche per il responsabile auto della Fiom, Michele De Palma, “il piano di Fca va implementato e non messo in discussione”.

 

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