Un caso che aveva fatto discutere parecchio e che, arrivato ora alla sua conclusione, continua a infervorare gli animi. Tutto era successo il 28 gennaio del 2018 quando una donna si era avvicinata a un gazebo di Fratelli d’Italia a Milano e si era abbassata i pantaloni iniziando a fare pipì di fronte ai candidati del partito guidato da Giorgia Meloni. Un caso che aveva fatto subito il giro dei social italiani e che aveva poi avuto uno strascico in tribunale.
La donna è stata infatti denunciata e, a più di un anno di distanza, è arrivata la sentenza del giudice: il gesto non è stato considerato come “atto osceno in luogo pubblico” e conseguentemente non è da considerarsi come un reato contro la decenza pubblica. Per la protagonista della vicenda è scattata invece la condanna a tre mesi di carcere per violenza privata e lesioni: subito dopo l’episodio, infatti, si era scatenata una rissa con alcuni militanti del partito di Giorgia Meloni.

La scelta del giudice ha fatto infuriare l’assessore regionale della Lombardia alla sanità, Riccardo De Corato, che era presente al gazebo il giorno in cui la donna, 42 anni, si è resa protagonista dell’accaduto: “Milano è fatta su misura per le violenze dei centri sociali. Con sentenze come questa i no glob possono dormire sonni tranquilli. Peccato. Mi sarei aspettato un giudizio esemplare volto a difendere chi vuole fare liberamente politica in campagna elettorale”.

De Corato ha poi puntato il dito contro le toghe lombarde: “A Milano la magistratura ha questa idea: l’oscenità non è grave. Eppure il pm aveva chiesto 6 mesi di condanna. Io credo che se avessimo fatto qualcuno di noi una cosa simile non ce la saremmo cavata con una semplice multa”.
La Meloni scommette sul passato e candida un altro Mussolini: “Sono un postfascista…”