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Fede condannato: andrà ai domiciliari, ma rischia il carcere

La Cassazione ha confermato la condanna a 4 anni e 7 mesi di reclusione per l’ex direttore del Tg4, Emilio Fede, e a 2 anni e 10 mesi per l’ex consigliera lombarda Nicole Minetti nel processo Ruby bis, che ha al centro l’accusa di favoreggiamento della prostituzione per le serate nella villa di Silvia Berlusconi ad Arcore. Sono state dichiarati  inammissibili i ricorsi delle difese. È definitiva dunque la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano il 7 maggio 2018.

Una sentenza che potrebbe portare addirittura al carcere Emilio Fede: dipenderà dalla procura generale di Milano, che potrebbe sospendere l’ordine di carcerazione. In caso contrario, il rischio per il giornalista è quello di vedersi aprire davanti le porte del carcere per un breve periodo. Nella migliore delle ipotesi, potrà invece constare la prima parte della pena ai domiciliari per poi chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali. Nicole Minetti, invece, condannata ad una pena più bassa (inferiore ai 4 anni), potrà da subito chiedere l’affidamento in prova. 
Il sostituto procuratore generale della Cassazione Pina Casella ha sostenuto che erano state colmate alcune lacune della prima sentenza d’appello annullata nel 2015 e ha definito attendibili le testimonianze delle parti civili, tra cui la marocchina Imane Fadil, morta a 34 anni per cause che non sono state ancora accertate e sulle quali indaga la Procura di Milano. Federe era stato accusato di aver tentato di spingerla a prostituirsi davanti al Cavaliere.La situazione di Fede è complicata dal fatto che sulla sua testa pende anche un’altra condanna, quella a 2 anni per aver tentato, dopo essere stato licenziato dal Tg4, un’estorsione a danno di un dirigente Mediaset con delle foto false.

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