Il giornalista Vittorio Feltri andrà a processo, con rito abbreviato, davanti al gup di Roma Claudio Carini, il prossimo 24 settembre con l’accusa di istigazione all’odio razziale. A Feltri sono contestati una serie di articoli e interventi televisivi, fatti tra il 2017 e il 2020, contro i meridionali. A querelare Feltri è stato un ex senatore, Saverio De Bonis, fino al 2022 in parlamento con il gruppo misto.
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“Meridionali inferiori, comandano i terroni”
Diverse le esternazioni finite sotto la lente della procura. Vittorio Feltri è stato spesso al centro delle polemiche per i toni e i termini impiegati nei suoi interventi mediatici e per i titoli che i quotidiani che ha diretto hanno spesso adottato, sia per il Giornale che per Libero.
“I meridionali sono inferiori” disse in tv a Fuori dal coro, trasmissione di Rete 4 condotta da Mario Giordano. “Perché mai dovremmo andare in Campania? A fare i parcheggiatori abusivi? I meridionali in molti casi sono inferiori”. Rispose così a un commento che il conduttore gli aveva chiesto sull’intenzione di Vincenzo De Luca, governatore della Campania, di chiudere i confini regionali per evitare focolai di coronavirus.
E poi il titolo di uno dei suoi editoriali su Libero: “Comandano i terroni” rivolgendosi all’esecutivo a guida gialloverde. Arrivarono piogge di querele e di richieste di provvedimenti disciplinari.
La giustificazione: “Sono stato frainteso”
“Sono stato frainteso“, si è giustificato Feltri, ripetendo uno dei mantra del suo più grande datore di lavoro, Silvio Berlusconi. “Non si può più dire né scrivere niente: quando feci il tutolo ‘Comandano i terroni’ avevamo il presidente del Consiglio, il ministro del Lavoro e il Guardasigilli provenienti dal Sud”. E poi sull’esternazione a Rete 4: “Ho spiegato mille volte che mi riferivo ai parametri economici. E comunque non mi viene riconosciuto il diritto di critica”.