Non poteva mancare di certo l’opinione di Vittorio Feltri sulla vicenda che riguarda il video di Beppe Grillo a difesa del figlio accusato di stupro. Il noto giornalista, ovviamente, si schiera dalla parte del comico. Nel suo editoriale a riguardo scrive: “La politica non c’entra, se Grillo difende suo figlio va rispettato”. Il direttore del quotidiano Libero definisce il filmato “in cui l’attore politico difende in modo sgangherato il suo erede agghiacciante”, ma rincara la dose di violenza verbale già subita dalla presunta vittima, la 19enne italo svedese che ha denunciato Ciro Grillo e i suoi tre amici per abuso sessuale: “Stabilirà la magistratura l’eventuale colpevolezza, intanto stiamo zitti”, ammonisce Feltri.
“Beppe, essendo un padre, non se la sente di unirsi al coro di quelli che vorrebbero condannare a priori il suo ragazzino, e cerca pertanto di salvaguardarlo a ogni costo”, scrive ancora Feltri. “Qualunque genitore disperato va capito se si scatena per proteggere il proprio discendente che rischia la galera dura per un episodio da accertare. Grillo forse ha esagerato nella foga, probabilmente avrebbe dovuto riservare alla fanciulla un minimo di riguardo, non essendo provato che sia una leggerona”. Poi la frase che ha fatto trasalire tutti: “Sappiamo che lo stupro ha due componenti decisive: la prepotenza maschile e la debolezza femminile, spesso accresciuta dalla paura degli orchi”.
Una frase peggiore di questa Feltri non l’aveva ancora detta, nonostante i suoi ripetuti attacchi alle donne e nonostante la sua misoginia latente. “Il povero istrione avrebbe fatto meglio a mettere il piede sul freno mentre ciancionava”, aggiunge. “Comprendo lo stato d’animo di Grillo che vive come un incubo l’idea che il suo Ciro subisca una sentenza pesante. Pertanto sono solidale con lui e deploro coloro che delle altrui disgrazie profittano per demolire vigliaccamente un uomo politico, peraltro a me non gradito ma da me rispettato. E non mi importa nulla che egli si sia trasformato in un battibaleno da manettaro a garantista. Meglio tardi che mai”, conclude il direttore di Libero.
Come ricorda Tpi, la procura di Tempio Pausania deve decidere il rinvio a giudizio o l’archiviazione del processo nei confronti Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, i quattro rampolli della Genova bene in vacanza in Costa Smeralda indagati per “violenza sessuale di gruppo”. Secondo le indagini i quattro si sarebbero dati il turno per una notte ai danni di una ragazza italo-svedese di 19 anni in vacanza ad Arzachena a luglio del 2019, incontrata al Billionaire.
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