Pietro Morreale, 21 anni, dovrà scontare l’ergastolo per il femminicidio della fidanzata, Roberta Sirgusa, uccisa nel 2021 a 17 anni. La Corte d’Appello d’Assise di Palermo ha confermato la sentenza di primo grado. Dieci giorni fa avevano fatto molto discutere l’arringa difensiva di Gaetano Giunta. “La ragazza si è data fuoco da sola”, aveva detto: “per cercare di spaventare Pietro”. “Tesi lunare”, secondo la sostituta procuratrice generale Maria Teresa Maligno che ha chiesto la conferma del carcere a vita, così come i legali di parte civile, gli avvocati Giovanni Castronovo, Giuseppe Canzone, Sergio Burgio e Simona La Verde.
Leggi anche: Sgozza moglie e figlia, orrore a Madrid
La notte tra il fra il 23 e il 24 gennaio del 2021 a Caccamo, in provincia di Palermo, intorno alle due di notte e in piene restrizioni anti Covid, una telecamera di sorveglianza del vicino campo sportivo, riprende Morreale adagiare Roberta su un lenzuolo, cospargerlo di benzina e appiccare il fuoco. A quel punto, il ragazzo aveva già tramortito la fidanzata con diversi pugni al volto e le aveva rasato la testa. Le immagini riprendono il corpo in fiamme alzarsi e trascinarsi per trenta metri. Morreale recupererà il corpo per gettarlo nel dirupo dal quale mostrerà il cadavere ai carabinieri. Fingerà che lei si sia buttata da lì dopo essersi data fuoco, prima di crollare e confessare l’assassinio.
I due avevano partecipato a una festa in casa di amici, poi il parcheggio nel campetto, la colluttazione, probabilmente premeditata, l’orrendo gesto assassino e l’arrivo al dirupo.
Il difensore del ragazzo, una decina di giorni fa, aveva provato a sostenere che la ragazza si fosse davvero data fuoco da sola, per spaventarlo e cercare di riavvicinarlo dopo il tradimento. “Tesi lunare” secondo l’accusa, che poi ha confermato tutte le prove, fino a confermare l’ergastolo per Morreale.