Il crollo delle vendite in USA fa temere che Fiat presto possa dire addio al Nord America. Fiat Chrysler Automobiles non sta vivendo sicuramente un gran momento negli Stati Uniti. Le vendite statunitensi di Fiat sono in calo del 44% quest’anno. Il celebre marchio automobilistico italiano ha venduto solo un terzo di auto nel 2018 come ha fatto nei primi sei mesi del 2014, il recente high water di Fiat. Gli americani hanno acquistato molto più Alfa Romeo rispetto a Fiats quest’anno. L’ultimo mese dell’anno è stato però particolarmente drammatico per la principale casa automobilistica italiana. Per Fiat il 2017 non è stato un anno eccezionale in USA. Nel grande paese americano infatti le vendite sono calate rispetto al 2016. Nel corso del 2017 Fiat ha venduto in media solo 73 vetture al giorno.
Le marche con un piccolo numero di vendite sono di solito quelle che fanno parte del segmento delle auto di lusso e non nel segmento a basso prezzo in cui è presente Fiat. Ma anche alcuni dei marchi più costosi hanno avuto vendite migliori di Fiat lo scorso anno. L’azienda vende quattro modelli in America: la Fiat 500, la 500L e la 500X, che sono tre veicoli diversi, e la Spider. A parte la Spider si tratta di modelli sempre meno apprezzati dai clienti americani. Tutte sono auto sub compatte, che stanno cadendo in disgrazia con i clienti americani. Michelle Krebs, analista di AutoTrader ha commentato di recente:“Nessuno sta guadagnando molto con le macchine, specialmente quelle piccole e poco costose”.
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Fiat calo disastroso
Tempi duri per Fiat in USA. La verità è che Fiat potrebbe affrontare un ulteriore ostacolo: la minaccia dell’amministrazione Trump di imporre tariffe alle auto importate, in particolare quelle provenienti dall’Europa. Questo potrebbe aumentare significativamente il prezzo di Fiat e potrebbe costringere FCA a rivedere i suoi piani futuri. Fiat potrebbe essere molto colpita da eventuali dazi in quanto il gruppo possiede stabilimenti produttivi negli Usa, anche se secondo gli analisti, potrà subire ricadute minori dall’eventuale imposizione di dazi. Si tratterebbe della classica goccia che fa traboccare il vaso per un brand che ormai da tempo è in netta crisi di vendite. Insomma tanti problemi che non fanno dormire sonni tranquilli al CEO Sergio Marchionne.
Per il gruppo guidato da Sergio Marchionne, il totale di unità vendute negli Stati Uniti nel corso del secondo mese dell’anno è stato di quasi 166 mila unità, poco più di 2 mila unità in meno rispetto allo stesso mese dell’anno passato. La Fiat ha salvato Chrysler dalla bancarotta nel 2009. Il marchio italiano è tornato sul mercato statunitense due anni dopo, dopo un’assenza di tre decadi.Il marchio italiano non è mai decollato negli Stati Uniti. Senza molta richiesta o impegno da parte dell’azienda, molti rivenditori probabilmente non vogliono continuare a dare le proprie risorse e spazio per vendere auto Fiat nelle proprie concessionarie. Quindi questo fa pensare agli analisti che il futuro del brand di Torino in USA sia ormai agli sgoccioli. Solo 13 concessionari americani vendono la Fiat come il loro unico marchio Fiat Chrysler. La maggior parte dei quasi 400 concessionari statunitensi di Fiat vendono anche Chrysler, Dodges, Jeeps e Rams. Circa 100 vendono Alfa Romeos. Per il momento da FCA non viene commentata la notizia di un futuro disimpegno dagli Stati Uniti. Di recente però il numero uno Sergio Marchionne ha dichiarato che Fiat avrà sempre meno spazio in Europa e sempre maggiore risalto in Sud America. Probabilmente la stessa situazione che si verificherà in Europa potrebbe riguardare in futuro anche il Nord America.
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100 anni di storia tra Fiat e Usa
Quella tra la Fiat e gli Stati Uniti è una storia che dura da più di un secolo, visto che le sue radici affondano agli inizi del Novecento. Il gruppo del Lingotto puntò, infatti, sul Nuovo Continente fin dai suoi albori: nel 1903 circa, quando le prime vetture Fiat iniziano a essere esportate in terra americana. Non erano passati neanche dieci anni dal 1899, anno che aveva decretato la nascita della casa torinese. Da allora fino a oggi, la storia “americana” della Fiat è stata costellata da momenti di espansione e battute di arresto, da alleanze ma anche da qualche dietrofront. Come quello memorabile del 1995, quando Alfa Romeo -acquistata da Fiat nel 1986 – uscì dal mercato degli Stati Uniti.
Gli ostacoli insomma, in questo mercato a stelle e strisce che può rivelarsi impietoso per chi vuole rimanere, non sono mancati. E non sono mancate neanche le sferzate contro la strategia del gruppo italiano, come ricorda lo stesso acronimo della Fiat, ribattezzato dagli Usa “Fix it Again, Tony”. Non proprio, come si potrebbe dire, un complimento. Da sottolineare che il mercato usa non ha mai gradito vetture piccole, al limite l’automobilista Usa ha puntato sul lusso tedesco (Audi. Bmw e Mercedes) ma non è attratto – difficilmente lo sarà – verso piccoli, per la media Usa, veicoli, oltretutto di modesta cubatura, scarsa coppia e privi per lo più con cambio manuale.
E negli Usa il cambio automatico è un must. Il pedale della frizione non lo ama nessuno o quasi. Ma oggi sono proprio quegli anni ad apparire i più lontani di tutti, visto che sembrano esserci tutte le premesse per un ritorno in grande stile del gruppo del Lingotto nel mercato americano. E’ cosa certa l’interesse che il gruppo torinese ha per il mercato Usa. Un interesse a volte manifestato appieno, a volte rientrato, ma sempre rinnovato nel corso degli anni. Come dimostrano i semplici fatti cronologici.
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