Fanno acqua da tutte le parti le poche dichiarazioni spontanee rese ieri da Filippo Turetta, e fanno ipotizzare a qualcuno che dietro ci possa essere un disegno, finalizzato a sostenere l’ipotesi della sua seminfermità mentale che potrebbe pesare molto in sede processuale. A questa tesi si oppongono i legali della famiglia Cecchettin, che puntano a far riconoscere la lucidità di Filippo Turetta al momento dell’omicidio di Giulia. A pesare sul suo percorso giudiziario saranno poi l’esito dell’autopsia sul corpo di Giulia, gli esami dei Ris di Parma sulla Punto e sulle tracce di sangue. E anche l’eventuale perizia psichiatrica se richiesta dai suoi legali: intanto, i legali della famiglia Cecchettin chiedono che venga riconosciuta l’aggravante di stalking per il ragazzo.
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Filippo ha raccontato cosa ricorda della sera dell’omicidio: “Sto cercando di ricostruire”
“Sono affranto, dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata. Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera. Fin da subito era mia intenzione consegnarmi e farmi arrestare. Questa era la mia intenzione.
Ora sono molto stanco e non mi sento di aggiungere altro. Non risponderò ad alcuna domanda, mi limito semplicemente a questa dichiarazione”. Le parole di Filippo Turetta, che è arrivato all’interrogatorio con un foglio di carta scritto tra le mani, sembrano avere un duplice e chiaro intento: da una parte assumersi la responsabilità dell’omicidio, dall’altra legare lo stesso ad una sorta di raptus, un impulso che al momento non si riesce a spiegare. Saranno gli inquirenti, come è ormai chiaro, a definire però quanto si possa parlare di raptus. Lo dicono chiaro e tondo le parole di Stefano Tigani, legale di Gino Cecchettin che si opporrà a questa versione: “Vuole farsi passare per pazzo? Prima dovrà incontrare i nostri periti”.
L’avvocato di Elena Cecchettin e lo stalking: “Da Filippo condotte che descrivono fame di possesso”
Nicodemo Gentile, legale che assiste Elena Cecchettin, ha dichiarato che si intenderà fare richiesta al fine di riconoscere per Filippo Turetta anche l’aggravante di stalking. Quando Giulia era viva, dopo la rottura, Filippo Turetta si sarebbe trasformato in individuo assillante: “Il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi da noi già raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono ‘fame di possesso’ verso la nostra Giulia.
Anche le parole di Giulia nei vocali diffusi a mezzo stampa sono testimonianza di “un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia”. Turetta avrebbe messo in atto “un uso padronale del rapporto che ha spinto il Turetta prima a perpetrare reiterate azioni di molestie e controllo, anche tramite chiamate e messaggi incessanti, e poi, in ultimo l’omicidio, al fine di gratificare la sua volontà persecutoria”.
Già terminato l’interrogatorio di garanzia
L’interrogatorio a Filippo Turetta è ufficialmente iniziato e terminato, nello spazio temporale di appena 30 minuti. A quersto punto si può supporre che il giovane non abbia voluto parlare o che abbia rilasciato una dichiarazione spostanea, non lasciando così spazio a eventuali domande del Pm. Il ragazzo, per ora, è accusato di sequestro ed omicidio, ma le sue dichiarazioni – o la mancanza di esse – potrebbero aggravare la sua condizione e le accuse a suo carico. Turetta non solo potrebbe decidere di rispondere o meno alle domande, o addirittura fare dichiarazioni spontanee. L’avvocato del giovane non ha richiesto istanza per i domiciliari. All’interrogatorio ci sarà anche il pm Andrea Petroni, sul posto per fare eventuali domande.
Filippo isolato in carcere
Intanto Filippo Turetta resta nel reparto di infermeria del carcere di Verona, isolato e distante dagli altri detenuti. Nelle prossime ore verrà trasferito in un reparto protetto. Insieme a lui al momento c’è un compagno di cella di età maggiore della sua. Sembra che abbia riferito di avere “paura”, anche perché ci è stato consegnato dalla Germania con le manette ai polsi e ai piedi. Il gip dovrà anche decidere sulla sua richiesta di vedere i genitori.
In attesa dell’esame psichiatrico
Durante l’interrogatorio di garanzia, oltre alla gip Vitolo, saranno presenti anche il pm Andrea Petroni e il procuratore capo Bruno Cherchi che coordinano le indagini dei carabinieri. Anche loro potranno porre domande a Turetta. Già nelle prossime ore poi, l’avvocato dell’assassino di Giulia potrebbe chiedere di svolgere una consulenza psichiatrica di parte. Oppure qualcuno potrebbe chiedere una perizia di un esperto sopra le parti.
Turetta accusato di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona
L’interrogatorio di garanzia partirà dal presupposto che a Filippo Turetta, nell’ordinanza di custodia cautelare, vengono contestati i reati di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona. Ma il capo di imputazione potrebbe cambiare se la procura contesterà aggravanti come la premeditazione, o reati come l’occultamento di cadavere. Attenzione concentrata anche sul nastro isolante usato da Filippo per non far gridare Giulia.
L’1 dicembre ci sarà l’autopsia
La data dell’autopsia sul corpo della povera Giulia è già stata fissata per l’1 di dicembre. Percorso giudiziario che, assicura l’avvocato del padre di Giulia, Stefano Tigani, “non staremo a guardare”. Insomma, le parti civili hanno tutte le intenzioni di partecipare attivamente a tutti gli esami che verranno disposti, da quello medico a quello psichiatrico. Lo scopo di Tigani è quello di “contribuire all’accertamento della verità dei fatti e per fare in modo che il reato sia qualificato nella maniera più corretta possibile per portarlo poi a sentenza”. E l’avvocato di Elena Cecchettin, Nicodemo Gentile, aggiunge: “Lavoreremo affinché venga riconosciuta l’aggravante del motivo abietto, perché Turetta ha lucidamente eliminato la sua ex per punirla da quello che ha considerato un atto di insubordinazione”.
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