Aveva scatenato polemiche a non finire l’atteggiamento degli autori di un video-gogna contro gli immigrati, pubblicato e poi immediatamente cancellato sull’onda dello scandalo, che vedeva due esponenti di Fratelli d’Italia, Marco Lisei e Galeazzo Bignami, mostrate i campanelli dove alloggiavano delle famiglie straniere assegnatarie di case popolari alla Bolognina, a Bologna. Giorgia Meloni, leader del partito al quale i due autori del filmato sono iscritti, non se l’è però sentita di condannare il gesto, nonostante tanti utenti lamentassero la creazione di una sorta di vera e propria “lista nera”.
Ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo, la Meloni ha infatti precisato: “
Io trovo una forzatura tutto questo, i citofoni sono pubblici eh? Lo diciamo sommessamente. Nessuno ha detto che occupano abusivamente, il tema non sono gli stranieri, sono gli strumenti e le graduatorie di accesso per le case popolari che in molte realtà discriminano gli italiani”. La leader Fdi ha negato che si tratti di una sorta di “lista nera” degli immigrati con una casa popolare, sostenendo che, di fatto, non ci sia stata nessuna violazione della privacy.Una presa di posizione non certo coraggiosa, quella della Meloni. Che stona, tra l’altro, con le parole dello stesso Bignami, che nella sequenza incriminata spiegava senza troppi giri di parole: “C
i diranno che stiamo violando la privacy, ma non ce ne frega assolutamente nulla, perché se stai in un alloggio popolare e c’è il tuo nome sul campanello bisogna che ti metta nell’ottica che poi qualcuno può andare a vedere visto che quegli edifici sono stati costruiti dai nostri padri e dai nostri nonni”.L’ACER (Azienda Casa Emilia Romagna) da par suo tende a rendere anonime le procedure di assegnazione, proprio per tutelare gli assegnatari degli alloggi. Sul sito dell’ente è possibile risalire ai numeri di domanda ma non alle generalità, tutelando quei dati personali che sono stati invece violati dagli esponenti di Fratelli d’Italia. Col benestare della Meloni, che continua a negare qualsiasi tipo di ingerenza da parte dei suoi iscritti nei confronti di queste persone, che a quanto pare hanno il solo peccato di aver ricevuto una casa popolare e non avere un cognome italiano.
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