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Firenze, esplosione in una raffineria: tremano le finestre dei palazzi

Questa mattina, lunedì 9 dicembre, una potente esplosione ha sconvolto Calenzano, nei pressi di Firenze, all’interno della raffineria Eni. L’incidente, avvenuto attorno alle 10:20, ha generato un boato talmente forte da essere avvertito anche in molti punti di Firenze, provocando vibrazioni negli edifici. Una colonna di fumo nero si è alzata sopra l’impianto, visibile a chilometri di distanza, destando grande preoccupazione tra i residenti. La causa esatta dell’esplosione, avvenuta in un’area di carico delle autobotti, è ancora oggetto di indagine, ma si ipotizza un guasto tecnico o un errore umano. Le autorità hanno evacuato l’area per sicurezza.

Nel frattempo, il bilancio provvisorio parla di sei feriti gravi. Il policlinico di Careggi ha immediatamente attivato un piano di emergenza per gestire un possibile massiccio afflusso di feriti, bloccando le attività ordinarie e riservando spazi al pronto soccorso. Questo tipo di reazione è stata fondamentale per garantire l’assistenza immediata a chi era più vicino al luogo dell’incidente. Secondo il governatore toscano Eugenio Giani, “tutti gli ospedali e pronto soccorso della zona sono stati allertati per gestire la situazione”.

La testimonianza di chi era nelle vicinanze descrive momenti di puro terrore. Tommaso Soldi, proprietario di un’azienda a meno di un chilometro dalla raffineria, ha raccontato che l’esplosione ha fatto crollare controsoffitti e mandato in frantumi i vetri degli edifici. “Sembrava un terremoto”, ha dichiarato, aggiungendo che lui e i suoi colleghi sono fuggiti appena possibile, mentre il cielo sopra di loro si riempiva di fumo e fiamme.

Questo evento tragico riapre il dibattito sulla sicurezza degli impianti industriali in Italia. Incidenti simili sono purtroppo frequenti, sollevando interrogativi sulla manutenzione delle strutture e sull’adeguatezza dei protocolli di emergenza. Molti esperti chiedono ispezioni più frequenti e normative più severe per prevenire situazioni simili in futuro. Inoltre, associazioni ambientaliste sottolineano il rischio di contaminazione e chiedono controlli approfonditi sulla qualità dell’aria e del suolo circostante l’area colpita.

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