Vai al contenuto

Fisco, ecco i Comuni più ricchi (e quelli più poveri) d’Italia

Secondo lo studio della Cgia di Mestre, ecco i Comuni più ricchi e quelli più poveri d’Italia per il fisco. Parliamo, dunque, di chi paga regolarmente le tasse, presumendo che lo faccia in maniera trasparente. I dati non includono i redditi dei soggetti a imposta sostitutiva o esenti da tassazione diretta e da eventuali integrazioni. Il Comune più ricco d’Italia, o almeno quello i cui cittadini pagano le tasse in modo trasparente, non è più al Nord, ma al Centro. E il più povero? Non è al Sud, ma al Nord. Qualche dubbio viene, scorrendo la lista, ma quello che attira la Cgia è che se prima il più ricco e il più povero erano lontani più di mille chilometri, oggi la distanza è dimezzata.
>>>>> Carta d’identità elettronica, cambia tutto: i nuovi servizi

Quali sono i comuni più ricchi del 2023 secondo la Cgia di Mestre
I Comuni più ricchi e quelli più poveri d’Italia

I Comuni d’Italia più ricchi e quelli più poveri secondo le lenti del fisco

Ecco i Comuni più ricchi e quelli più poveri d’Italia secondo il fisco. Il comune più ricco è Lajatico, in provincia di Pisa, e si trova nel Centro Italia. Il Comune più povero, invece, è Cavargna, in provincia di Como, quasi al confine con la Svizzera. La Cassa degli artigiani sottolinea che il discrimine è dovuto a indici che valutano la capacità contributiva dei residente. Dunque, “i 985 contribuenti residenti a Lajatico nel 2021 hanno dichiarato un reddito complessivo Irpef medio pari a 54.708 euro”. Mentre, “i 94 presenti nel borgo di Cavargna, invece, solo 6.314 euro”. L’Ufficio studi della Cgia ha analizzato i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze riferiti alle dichiarazioni dei redditi ai fini Irpef del 2021.

Diverse le differenze tra i territori, ma la Cassa sottolinea il diffuso impoverimento di molti Comuni del Nord. Si legge nella nota introduttiva dello studio: “Tra i 50 comuni più “poveri del Paese, ben 11 sono del settentrione. Nella stragrande maggioranza dei casi stiamo parlando di piccolissime realtà di montagna che hanno vissuto negli ultimi 30-40 anni lo spopolamento e un progressivo invecchiamento della popolazione rimasta”. Come è intuibile, Milano conferma il suo primato di Comune capoluogo di provincia più ricco d’Italia con 37.189 euro di contribuzioni. “Il doppio dei 18.706 euro dichiarati a Ragusa”, per esempio.

Non scevra da un certo ideologismo la conclusione cui arriva lo studio: “Visti i limiti del centralismo che hanno sicuramente contribuito a ‘dividere’ il Paese, non è da escludere che con una decisa accelerazione verso l’autonomia differenziata, in tempi ragionevolmente brevi si potranno accorciare le distanze economiche-sociali tra il Nord e il Sud, ma anche tra i territori ricchi e quelli poveri presenti in una stessa regione”. Una tesi facilmente confutabile secondo i principali studi di settore.

Leggi anche: Carlo Rovelli escluso da Fiera del Libro di Francoforte per le accuse al governo sull’Ucraina.
Ucraina, gli 007 inglesi: russi in ritirata da Bakhmut.
Regno Unito, la lite tra Harry e il suo ghostwriter”.
Michela Murgia, la sua famiglia queer con cui passerà i suoi ultimi mesi.
Mistero sulla morte della nipote di Gianni Agnelli, aveva 48 anni.
Salute, la ricetta elettronica diventa permanente.
Dichiarazione precompilata 2023, come detrarre le spese sanitarie.
Comunali, spunta la candidata con il tatuaggio nazista.
Miriam Visentin, morta dopo 32 anni di coma.


Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure