Tasse. La pressione fiscale in Italia deve necessariamente essere ridotta e il pagamento delle imposte deve reinventarsi in una chiave «più semplice possibile». E per quel che riguarda l’evasione da Iva, il dato rimane ancora molto alto a riprova del fatto che c’è ancora del lavoro da fare sul fronte del recupero erariale.
Questo il sunto di quanto ha affermato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in risposta alle note che il Fondo Monetario Internazionale e l’Ocse gli hanno fatto pervenire in un rapporto incentrato sul Fisco italiano.
Fisco italiano: le osservazioni di Fmi e Ocse
«L’Italia è un paese con tasse molto alte ma al tempo stesso con un livello di “compliance” piuttosto basso», appare scritto nel rapporto Ocse sul Fisco italiano. Sia il Fondo Monetario Internazionale che l’Ocse invitano quindi l’Italia a superare questa frammentazione che la prende di mira, e che in un certo senso rappresenta «un’eredità storica». Anche il governatore di Bankitalia aveva avvertito che il nostro Paese è quello con la pressione fiscale più alta dell’Unione Europea e continua tutt’oggi ad esserlo nonostante il calo di un punto percentuale registrato negli ultimi tre anni.
Ma il Fondo Monetario Internazionale tratta anche il tema dei debiti che definisce «allarmanti» e sul quale l’Italia «farebbe bene ad intervenire urgentemente e strutturalmente».
Infine, il nodo Iva. In questo ambito il Fondo fa notare come il sistema delle dichiarazioni Iva vigente in Italia sia molto debole, visto che la dichiarazione avviene una sola volta l’anno anziché una al mese (come accade in molti Paesi avanzati); e sempre relativamente alla questione Iva, il governo dovrebbe lavorare di più sul recupero dell’evasione che raggiunge anche il 30%.
Vivina Bottalico