La Flat Tax o “tassa piatta”, è una proposta contenuta nel programma elettorale della Lega e anche nell’accordo tra il Carroccio e il Movimento 5 Stelle. Nella sua versione originaria prevede un’aliquota unica al 15%, che prenderebbe il posto delle cinque aliquote oggi previste, che vanno dal 23% al 43% e salgono al crescere del livello di reddito. Il primo Paese europeo ad applicare la cosiddetta questo sistema fiscale non progressivo è stata l’Estonia. L’aliquota fissa al 26% esiste infatti dal 1994 (ridotta al 20% nel 2017), e sempre negli anni ’90 anche Lettonia (25%) e Lituania (33%) hanno seguito lo stesso modello di semplificazione fiscale (anche Lettonia e Lituania nel 2017 hanno ulteriormente abbassato l’aliquota portandola rispettivamente al 23 e 15%). Ma vediamo nel dettaglio cos’è la Flat Tax e come funziona nei Paesi in cui è in vigore.
La flat tax è un’imposta sul reddito con aliquota unica. Cittadini e imprese versano allo Stato una percentuale fissa dei propri guadagni, e questa percentuale è appunto uguale per tutti, indipendentemente dal proprio reddito. Dunque sia che si guadagni tanto, sia che si guadagni poco, si versa in tasse sempre la stessa percentuale. Allo stato attuale in Italia abbiamo 5 diverse aliquote e altrettanti scaglioni irpef: il primo comprende i contribuenti con un reddito compreso tra 0 e 15.000 euro l’anno, con una tassazione del 23%; il secondo comprende i redditi che vanno dai 15.001 euro a 28.000 euro, con un’aliquota del 27%; il terzo scaglione di reddito è quello compreso tra 28.001 euro e 55.000 euro, e in questo caso la tassazione sarà del 38% sulla soglia eccedente la seconda; il quarto scaglione Irpef coinvolge invece tutti i contribuenti da 55.001 euro a 75.000 euro di reddito, con una tassazione Irpef sulla quota eccedente il precedente scaglione del 41%; in fine il quinto ed ultimo scaglione va dai 75.001 euro di reddito in poi, e in questo caso l’aliquota Irpef sarà pari al 43%.
Le due correnti di pensiero
Secondo i sostenitori di questa forma d’imposizione fiscale, la flat tax è una maniera efficace per sostenere il ceto medio e creare una sostanziale equità contributiva da parte di tutti. I detrattori, invece, ritengono che tassare nello stesso modo i ricchi e i poveri sia tutt’altro che equo e che, invece, la tassazione a scaglioni di reddito (come quella in vigore in Italia) sia migliore in quanto più equa. Coloro che sono a favore della flat tax, inoltre, sostengono che una maggiore semplicità fiscale e un’aliquota più bassa favoriscono l’emersione del sommerso e rappresentano uno sprone a investimenti che finiscono per aumentare il gettito fiscale complessivo.
I Paesi europei in cui è in vigore
In Europa i Paesi che hanno adottato la tassazione piatta appartengono tutti all’ex blocco sovietico a partire dalla Russia che ha un’unica aliquota al 13%, tra le più basse in assoluto preceduta solo dal 10% di Bulgaria, Macedonia e Bosnia-Erzegovina. Dal 2005 anche la Romania ha adottato la flat tax con aliquota al 16%, e anche l’Ungheria nel 2011 ha imposto la stessa aliquota quando è stata introdotta questa forma di tassazione. Ucraina (13%);Bielorussia (13%) e Georgia (20%) chiudono il cerchio dei paesi dove è attualmente in vigore.
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