Una serie di perquisizioni eseguite dalla Guardia di Finanza su un caso che riguarda molto da vicino la Lega, l’indagine della procura di Genova per i famosi 49 milioni confiscati in via definitiva al partito oggi guidato da Matteo Salvini. Le verifiche, secondo quando scrive La Repubblica, riguardano in particolare l’Associazione Maroni presidente: i finanzieri si sono mossi a Milano, Lecco e Monza, presso la
‘Boniardi Grafiche’ di Milano e la ‘Nembo srl’ di Monza (allo stato cessata), due società che hanno prestato i loro servizi per le campagne elettorali della Lega.
Nell’ambito dell’inchiesta è indagato l’assessore all’autonomia e alla cultura della Regione Lombardia Stefano Bruno Galli. L’accusa ipotizzata nei suoi confronti di Galli, in qualità di presidente dell’Associazione, sarebbe quella di riciclaggio. L’inchiesta genovese nasce da quella sui rimborsi elettorali che la Lega avrebbe ottenuto ai danni del Parlamento tra il 2008 e il 2010, falsificando rendiconti e bilanci.
Il processo, molto discusso, si era concluso lo scorso 6 agosto con una sentenza della Cassazione che ha dichiarato prescritti i reati per Umberto Bossi e per il tesoriere Belsito ma aveva confermato la confisca dei 49 milioni. L’ipotesi su cui stanno ora lavorando i magistrati genovesi riguarda il presunto riciclaggio di parte di quei fondi, che da settembre il partito sta restituendo allo Stato a rate.
Secondo i pm, parte dei 49 milioni sarebbero stati fatti sparire in Lussemburgo attraverso la banca Sparkasse di Bolzano e poi fatti rientrare, in parte, subito dopo i primi sequestri disposti della procura. La banca ha invece sempre sostenuto che quei fondi (circa 10 milioni) fossero soldi dello stesso istituto, slegati dal partito.
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