L’incapacità italiana di spendere i fondi destinati ad investimenti e sviluppo, soprattutto quelli dell’Unione europea nonché quelli dello Stato (Fsc), sta facendo entrare in depressione l’economia italiana, rallentando la velocità di circolazione della moneta e il volano economico che arriva molto vicino allo zero. L’ormai cronica difficoltà della Pubblica amministrazione nella progettazione e gestione delle gare, sta spaccando sempre più in due l’Italia anziché assottigliane il divario: mentre il Nord Italia e le sue otto regioni ricche marciano perché hanno in loro stesse il motore dell’economia costituita dal settore privato, al contrario nel Sud del Paese tale motore è ridotto al lumicino. A tal proposito era stato previsto il famoso “Patto per il Sud”, in base al quale erano stati programmati 32 miliardi di euro dal 2014 al 2020. Ad oggi di quel fondo sono stati spesi meno del 2% delle risorse stanziate, a dimostrazione del fatto che dagli impegni non si susseguono delle azioni concrete e rapide.
L’Fsc, ovvero il Fondo per lo sviluppo e la coesione, insieme ai fondi europei, deve garantire risorse finanziarie aggiuntive per obiettivi di riequilibrio economico e sociale, con una quota minima di utilizzo dell’80% a favore del Mezzogiorno. Ma a differenza dei fondi Ue, non è sottoposto a un vincolo di disimpegno automatico che imponga il rispetto dei tempi di spesa. Dal monitoraggio effettuato dalla Ragioneria dello Stato (aggiornato al 31 ottobre 2018), è emerso che sono stati effettuati pagamenti per appena l’1,5% delle risorse programmate (492 milioni su 32,1 miliardi). Ci si ferma all’1,9% per la sottosezione rappresentata dai Patti per lo Sviluppo(276,6 milioni su 14,3 miliardi programmati).
Per quanto riguarda le aree di sviluppo finanziate con i Patti del Sud, per il 40% i progetti riguardano il settore trasporti e infrastrutture, per il 27% l’ambiente e per percentuali molto più basse aree come inclusione sociale, ricerca, istruzione. Sul portale Open Coesion, si può trovare una lista dei progetti conclusi in questi anni, come ad esempio l’intervento per la circonvallazione di Palermo, il risanamento idrogeologico in provincia di Teramo, rimboschimento e interventi di prevenzione incendi in diversi Comuni, e la manutenzione straordinaria di alcune scuole in Sardegna.
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