Continuano i guai per il governatore Attilio Fontana, al centro di un caso, quello scoppiato intorno ai camici che la Regione Lombardia avrebbe affidato alla società del cognato dello stesso presidente, che si fa sempre più ingarbugliato col passare dei giorni. E dal quale l’esponente della Lega rischia di uscire a pezzi, con Salvini che non a caso inizia ora a prendere le distanze. Contro Fontana è ora arrivato anche l’attacco del tributarista Sebastiano Stufano, tra i maggiori esperti del settore, che attraverso le pagine di Repubblica ha messo in dubbio la ricostruzione del diretto interessato.
“Quello alle Bahamas non era un trust, ma una società commerciale fantasma. Creata col solo scopo di evitare di pagare, sul conto svizzero, l’euro-ritenuta, l’imposta al 15 per cento sui capitali degli italiani detenuti nelle banche elvetiche”. Stufano ha spiegato per filo e per segno perché il governatore abbia aperto un secondo conto ai Caraibi, oltre a quello della mamma. E soprattutto perché sarebbe stato impossibile non saperlo.
“Nel 2005 i Fontana aprono un secondo conto, dove riversano i soldi che erano nel primo, e lo intestano alla Montmellon Valley, una società fantasma di Nassau. Tecnicamente si tratta di una international business company. Le banche svizzere ne hanno costituite a iosa nel 2005, per proteggere i capitali dei loro clienti dall’euro-ritenuta. Non è un caso che la Montmellon abbia sede legale presso la società di servizi della Ubs alle Bahamas”.
Un’operazione effettuata con un solo fine, insomma, quello di eludere il fisco. E della quale Fontana non poteva non sapere: “Chi ha la procura di un conto, deve andare personalmente a depositare la firma in banca” è stata la ricostruzione di Stufano, che non crede dunque alla buona fede sbandierata dal procuratore.
Tra rabbia e speranze, Genova torna a vivere nel nuovo Ponte San Giorgio