L’ipotesi che la Lombardia possa rimanere chiusa anche dopo il 3 giugno, quando teoricamente si potrà tornare a circolare tra le varie Regioni d’Italia, non convince Attilio Fontana. Il governatore è infatti sicuro del fatto che “i numeri miglioreranno”, e ritiene che riaprire i confini sia necessario per rialzare presto la testa dal punto di vista prettamente economico. “Le manifestazioni di chi chiede giustizia per le vittime? Sono persone che non conoscono i fatti o vogliono strumentalizzare”.
Intervistato da Repubblica, Fontana ha rispedito al mittente le accuse: “La zona rossa a Nembro e Alzano lombardo? Uno sbaglio che non può essermi contestato. Dal 4 al 7 marzo ci sono state parecchie interlocuzioni con il ministro Speranza e il presidente Conte. Erano arrivati in zona anche i militari e i carabinieri, poi non so cosa sia successo. Invece della zona rossa che noi chiedevamo venne creata la zona arancione per tutta la Lombardia”.
Fontana cerca di ricostruire quanto accaduto anche sul fronte delle strutture per anziani: “Alla nostra richiesta di trasferire i malati nelle Rsa hanno aderito solo 15 strutture. Il virus circolava già da gennaio. In ogni caso, se c’era un protocollo preciso dove abbiamo sbagliato? Aspetto l’esito delle indagini. Per quanto riguarda la fornitura di mascherine e tamponi, è competenza esclusiva dello Stato. Noi abbiamo i presidi di sicurezza, il governo ha cercato e non ha trovato”.
L’attacco ricevuto in Parlamento dall’onorevole del M5S Ricciardi? “Era diretto all’amministrazione lombarda, una polemica che dura ormai da troppo tempo. Vedremo alla fine chi ha detto bugie. Ritengo che alcuni vogliano bloccare a tutti i costi i tentativi dell’opposizione di collaborare con la maggioranza. La gestione del Veneto? Basta paragoni. Lì c’erano contagi in un paesino, da noi in dieci paesi popolosi”.
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