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Fontana indagato nell’inchiesta sui camici: avviso di garanzia al governatore della Lega

Attilio Fontana, governatore leghista della Regione Lombardia, risulta indagato nell’ambito dell’inchiesta sui camici aperta dalla procura di Milano. Una notizia che arriva al termine di una lunga giornata sul fronte dell’indagine che riguarda la fornitura di camici della Dama spa, la società di Andrea Dini il cognato di Attilio Fontana. La vicenda – ormai molto nota – riguarda la fornitura di 75 mila camici venduti al prezzo di sei euro l’uno, assegnata il 16 aprile dalla centrale acquisti regionale. Per i pm si sarebbe trattato di un’assegnazione senza gara che sarebbe avvenuta in conflitto di interessi, proprio perché a una società del cognato di Fontana di cui per altro la moglie del governatore detiene una quota del 10 per cento.

Un affidamento che solo dopo le domande della trasmissione Report il numero uno di Dama avrebbe provato a trasformare in donazione. Nel tentativo di aggiustare il pasticcio della donazione, Fontana avrebbe fatto di più. Ovvero il tentativo di ripagare il mancato introito per Dini di tasca propria, con un pagamento (poi bloccato) proveniente da un conto del governatore in Svizzera. In questo modo la donazione sarebbe risultata a suo carico e non del cognato.

Secondo i magistrati (che hanno aperto un fascicolo per turbata libertà della scelta del contraente) Andrea Dini, anche lui indagato, avrebbe infatti cercato di rivendere a una Rsa della provincia di Varese e a prezzo maggiorato, tramite un intermediario, quella parte dei 75mila camici (circa 25mila) che non erano mai stati consegnati al Pirellone. A questo proposito è stato interrogato Filippo Bongiovanni, ex dg di Aria la centrale acquisti del Pirellone.

Nella notte arriva una dichiarazione del legale del governatore: “Ho saputo delle forniture solo a cose fatte”. Questa non è la sola inchiesta che vede in qualche modo la Lega nell’occhio del ciclone in Lombardia. I fascicoli aperti vanno dalla gestione dell’emergenza Covid fino ai fondi concessi da Palazzo Lombardia per l’acquisto della sede della Film Commission: in tutto sono 27 le inchieste aperte.

 

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