L’elezione del nuovo capogruppo alla Camera di Forza Italia si trasforma in una resa dei conti nel partito di Silvio Berlusconi. Accade tutto mercoledì 20 ottobre, mentre il Cavaliere è a pranzo nella sua villa romana con gli altri due leader del centrodestra, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Se i rapporti tra i tre sembrano vedere una schiarita, non tanto si può dire per gli equilibri interni di Forza Italia. La lettera di Berlusconi che designa come capogruppo Paolo Barelli non riesce infatti nello scopo di sedare la rivolta interna.
Silvio Berlusconi invia una lettera all’assemblea dei deputati azzurri, mettendo nero su bianco il nome di Paolo Barelli come nuovo capogruppo alla Camera. Il presidente della Federnuoto andrà così a sostituire Roberto Occhiuto, appena eletto presidente della Regione Calabria. Il vice di Barelli sarà Sestino Giacomoni che avrebbe dovuto essere invece il suo sfidante. In questo modo, l’ex premier scongiura il rischio che Forza Italia si presenti divisa alla votazione, certificando il fatto che attualmente nel partito esistano due correnti: una centrista e l’altra sovranista.
Poco prima, erano stati Renato Brunetta, Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna a certificare la spaccatura dentro Forza Italia. I tre hanno infatti promosso un documento allo scopo di chiedere che l’elezione del nuovo capogruppo non avvenisse per acclamazione, ma solo dopo una regolare votazione. Documento su cui hanno apposto la loro firma ben 26 parlamentari. Centristi contro sovranisti guidati da Tajani, questa la lettura che forniscono gli organi di stampa.
L’intervento di Berlusconi si rivela dunque risolutivo. Considerando anche che Brunetta ha provato in tutti i modi ad ottenere il voto segreto sul capogruppo, senza però riuscirci. E Gelmini minaccia addirittura una scissione se non verranno ascoltate le istanze di quella parte di Forza Italia che si considera più vicina a Mario Draghi che al duo Salvini-Meloni.
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