La debacle dell’Alto Adige, a cui secondo la coordinatrice locale Michela Biancofiore il Cav era preparato, non avendo mai perso l’attitudine ai sondaggi, da più parti viene considerata come la goccia che farà traboccare il vaso, ovvero la pietra tombale su una Forza Italia da tempo già in crisi. Nonostante le critiche che gli giungono da più parti, tuttavia, Silvio Berlusconi ha in prima persona avviato l’operazione rilancio degli azzurri, aprendo la stagione dei congressi sul territorio, che dovrebbero prendere il via nei primi mesi del 2019.
Il nuovo impulso berlusconiano rappresenta soprattutto la necessità di tenere insieme le macerie di Forza Italia, e di rispondere alle critiche interne di chi, come Giovanni Toti – che l’’ltra seta ha dato del “paracadutato” al portavoce del partito, Giovanni Mulè – chiede che si avvii la stagione del rinnovamento. Con o senza Silvio, anche se, inutile negarlo, sotto accusa non c’è tanto il Cav, “portato in giro come un santino” (Toti dixit), ma soprattutto il suo cerchio azzurro magico, composto da “tutti quei conigli bagnati che brucano l’erba del suo giardino e che in queste ore sono passati dai complimenti a darsi di gomito nei conciliaboli dei palazzi, incriminandomi per averlo coinvolto nella campagna elettorale altoatesina” (Micaela Biancofiore dixit). Berlusconi passa alla controffensiva, e invia lettere agli oltre 5mila coordinatori di FI in tutta Italia, annunciando i congressi che dovrebbero portare un po’ d’aria fresca. E che saranno aperti non solo agli iscritti, ma anche a movimenti civici e simpatizzanti.
Le critiche e le batoste elettorali, coi sondaggi che danno FI al 7,6%, sembrano aver irritato talmente tanto il number one azzurro da averlo convinto ad accogliere parte delle istanze dei forzisti dissidenti. Che chiedono meno verticismo e meno manovre di palazzo, oltre a un ritorno al dialogo coi territori. Per questo Berlusconi dalla prossima settimana incontrerà i coordinatori regionali, non solo in vista dei congressi ma anche e soprattutto in previsione delle elezioni Europee della prossima primavera. Dove Silvio non vorrebbe in realtà candidarsi in prima persona, nonostante i collaboratori più stretti insistano affinché lo faccia. “Sarà un appuntamento decisivo – ha scritto ai coordinatori azzurri – io sarò in prima linea, in campo con voi”. Ma la certezza della sua candidatura, annunciata alla convention di Tajani a Fiuggi due mesi fa, sembra essere venuta meno. I prossimi mesi saranno decisivi, per sciogliere le riserve. E anche per capire se davvero ci sarà il tanto richiesto rinnovamento interno.
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