Dopo la rivoluzione proclamata da Berlusconi, in Forza Italia iniziano a smuoversi le acque. Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna annunciano la loro candidatura in caso di primarie per guidare il partito nel ‘dopo-Berlusconi’. Della successione al Cavaliere, in Forza Italia, si discute ormai da mesi. Da quando cioè, col sorpasso della Lega alle politiche e l’inarrestabile ascesa di Salvini, Berlusconi era stato tentato di mollare. Ora tutti ne parlano apertamente, sebbene con cautela per non urtare la suscettibilità del “presidente”.
E raccontano di una battaglia cruenta per ereditare, in vista del congresso, la guida di un partito che lotta per la sopravvivenza: il 10% come soglia minima per scongiurare la bancarotta, il 27 maggio come data d’inizio delle ostilità.
“Forza Italia o cambia o muore. Credo che il nostro partito debba avere l’ambizione di essere inclusivo e di ritornare a essere un partito decisivo negli equilibri governativi”. Lo scrive su Facebook Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia, dove ha annunciato la sua candidatura alle primarie di Forza Italia. “Non saremo la stampella della Lega, né strizzeremo l’occhio ai partitini di sinistra come hanno fatto i moderati in passato”.
“Forza Italia ritornerà ad essere il partito degli italiani, di chi lavora e produce, di chi rischia ogni giorno facendo impresa. Questo non è il tempo di stare a guardare. La sfida è grande, ma io ci sarò. Ho deciso di candidarmi. Qui le mie ragioni”, aggiunge.
Anche Mara Carfagna annuncia la propria candidatura. E lo fa ai microfoni di Circo Massimo, su Radio Capital. “Mi candido? Assolutamente sì…”, dichiara la vicepresidente della Camera, neo coordinatrice di Fi. “Ma il leader”, chiarisce la vicepresidente della Camera, “resta Silvio Berlusconi: ha indicato un percorso importante, congressuale, un bagno di democrazia, e lo gestiremo con lui”.
Sulle modalità, Carfagna specifica che “verranno definite dal board, decideremo insieme se saranno primarie o congressi”.
Ti potrebbe interessare anche: Olimpiadi, il voltafaccia di Salvini: ieri le snobbava, oggi esulta