La mossa a sorpresa di Silvio Berlusconi, che ha deciso di staccare la spina al governo Draghi, sta provocando una emorragia di defezioni all’interno di Forza Italia. È tutta l’ala moderata e draghiana del partito azzurro ad essere in subbuglio dopo quello che è accaduto. E in molti hanno già deciso di lasciare, come nel caso dei tre ministri Renato Brunetta, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini. Ma sono diversi i parlamentari e gli esponenti di secondo piano che in queste ore stanno dando l’addio a Forza Italia.
L’ultima in ordine di tempo è la deputata Rossella Sessa. “Lascio con rammarico politico e sofferenza personale il gruppo di Fi: da oggi sarò nel gruppo Misto. – annuncia Sessa in un comunicato – È una decisione meditata, necessaria dopo la decisione di interrompere il sostegno al governo Draghi. Sarò sempre riconoscente a Berlusconi per le opportunità che mi ha dato, ma resto convinta che la crisi determinata dalle scelte del partito, e soprattutto dei suoi alleati, vada contro gli interessi del mondo moderato, delle imprese, dei cittadini del Mezzogiorno dove rischiano di interrompersi investimenti mai visti negli ultimi vent’anni”.
Il giorno precedente era toccato anche all’assessore alla Casa della Regione Lombardia, Alessandro Mattinzoli, dare l’addio a Berlusconi. Mattinzoli viene descritto come un fedelissimo della Gelmini che ha appena preso contatti con Carlo Calenda per aderire ad Azione. “Il tema non è seguire lei, ma che in questo momento condivido pienamente con lei la scelta. – spiega Mattinzoli – Con una pandemia che torna ad essere aggressiva, con la crisi economica, energetica e idrica facciamo cadere un governo autorevole a guida Draghi per sostituirlo con chi?”.
“Draghi era la persona più autorevole per guidare l’Italia. – puntualizza l’assessore ormai ex forzista – Non riconosco più la Forza Italia che ho conosciuto. La forza della coalizione di centrodestra non è mai stata il pensiero comune, ma la differenza tra i partiti. Ora Forza Italia si sta appiattendo al pensiero della Lega”, conclude Mattinzoli.
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