Mentre sembra ormai vicina un’intesa Lega-Forza Italia sulla nomina di Foa alla Rai, nel partito di Silvio Berlusconi tornano a farsi sentire le voci “dissidenti” di chi pensa che è giunto il momento di pensare seriamente a una nuova strategia per ridare credito al centrodestra a guida Forza Italia e scongiurare l’annessione totale alla Lega di Salvini. Questa ala, ispirata da esponenti di spicco, come Gasparri, Letta, Mara Carfagna, ma anche da molti amministratori locali, vuole smarcarsi dal leader del Carroccio per rimettere Forza Italia al centro di un vero progetto di centrodestra svincolato dalla locomotiva leghista.
Nel mentre, però, Confalonieri prova a sussurrare a Berlusconi la via da seguire: “Se oggi vai alla guerra con la Lega, sparisci. Cerchiamo di salvare il salvabile: alleanze locali e un accordo sulla Rai con il via libera a Foa presidente”. Inoltre, arriva un nuovo segnale di disgelo: votare con la Lega a Straburgo contro le sanzioni a Orban. L’alleanza tattica (non strategica) tra Salvini e Di Maio, però, continua ad alimentare i malumori dei forzisti. Le elezioni europee del 2019 segneranno un punto di svolta: chi sarà il più forte tra la Lega e il M5S? E allora ecco una exit strategy studiata da Giorgetti e Confalonieri: se si arriva al 40% con Forza Italia+Lega, si può governare senza i grillini tra i piedi. Resta da capire, ora, da che parte sta Silvio Berlusconi.
Il suo dilemma è: seguire il consiglio di Confalonieri (e di altri pezzi forti, vedi Toti) e rischiare di essere fagocitati dalla Lega, oppure dare retta ai colonnelli del partito e smarcarsi definitivamente dal Carroccio per ripensare un centrodestra che sia altra cosa rispetto a Salvini? Poche settimane fa il numero uno del parlamento Ue Tajani aveva smentito la crisi di Forza Italia: “Non siamo una candela che si sta spegnendo, abbiamo 170 parlamentari, decine di sindaci, centinaia di amministratori locali. Godiamo di buona salute, anzi crescerà con il ritorno in campo di Berlusconi alle prossime europee”. A soffiare sul fuoco dell’allontanamento dalla Lega ci aveva pensato anche Deborah Bergamini, deputata FI: “La differenza tra Lega e Forza Italia è che la Lega si era presentata agli elettori con il centrodestra e contro il pauperismo del M5S salvo poi finire nelle file dell’avversario. Forza Italia si è presentata con il centrodestra e a questa coalizione e al patto con gli elettori è sempre rimasta fedele”.
Tra gli esponenti di prima linea di Forza Italia è sempre più diffusa la convinzione che Salvini voglia lanciare un’Opa sull’elettorato di Berlusconi. A dettare la linea allora ci ha pensato anche Schifani: “Dobbiamo parlare meno di Lega e più di Forza Italia. Dobbiamo parlare dei nostri programmi e delle nostre proposte su fisco, giustizia, burocrazia, Europa, welfare, mezzogiorno, per radicare le nostre idee nel nostro elettorato ed in quei milioni di italiani che si rifugiano nella astensione”.
Schifani aveva anche aggiunto: “Il governo Conte è nato grazie al grande senso di responsabilità di Silvio Berlusconi che ha dato il proprio assenso affinché la Lega, nostro storico alleato, potesse unirsi ad M5S per dar vita ad un inedito esecutivo. Quotidianamente Forza Italia manifesta la propria coerenza programmatica nel ribadire che voterà in parlamento tutte quelle proposte dell’esecutivo che sono compatibili o contenute nel nostro programma”. Claudia Porchietto, deputata piemontese di Forza Italia, esterna più di un dubbio: “A molti diamo l’impressione di non voler disturbare il manovratore. E il nostro elettorato si guarda attorno, è naturale”.
Un altro pezzo da 90 come Mara Carfagna sostiene: “Con la Lega governiamo centinaia di amministrazioni locali, Regioni importantissime come la Lombardia, il Veneto o la Sicilia. Il segretario della Lega dimostri che quella con il M5S è un’esperienza a tempo e non un’alleanza strutturale. Per essere il centrodestra bisogna fare cose di centrodestra”. Gasparri: “Ormai il governo genera confusione in tutti i campi. Serve un centrodestra unito e dalle idee chiare per evitare disastri che possono mettere in ginocchio l’Italia. Un paese serio non può stare in mano a gente come Toninelli e Fraccaro. Stop al cinepanettone estivo”. Insomma, la spaccatura sembra molto evidente e il futuro del partito più che mai incerto.