Bufera per le parole di Giorgia Meloni alla celebrazione del 79esimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, un tragico evento che ha visto la morte di 335 civili tra cui prigionieri politici, ebrei, militari e detenuti comuni. Il massacro fu compiuto dai nazisti come rappresaglia per l’azione dei partigiani dei Gap avvenuta giorno precedente in via Rasella, in cui erano rimasti uccisi diversi soldati tedeschi.
Durante la commemorazione della strage, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato nel sacrario per un momento privato di raccoglimento. La premier Giorgia Meloni ha, invece, pubblicato una nota in cui ha ricordato le vittime dell’eccidio e ha sottolineato l’importanza di mantenere viva la memoria storica dell’evento. Tuttavia, la sua dichiarazione ha scatenato una polemica.
Perché? La frase che ha innescato le critiche è questa: “335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani”. Immediata l’indignazione delle opposizioni. Secondo la sinistra, infatti, le vittime non furono uccise solo perché italiane in quanto tali, ma soprattutto perché antifasciste, ebree partigiane e oppositori politici. Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana, ha attaccato Meloni chiedendo se sia capace di scrivere la parola “antifascista”. Sul piede di guerra anche l’ANPI, che ha precisato come le vittime dei nazisti furono scelte secondo una selezione che colpiva gli antifascisti, i resistenti, gli oppositori politici e persone di religione ebraica.
L’eccidio delle Fosse Ardeatine è una ferita profonda nella storia italiana e la sua commemorazione rappresenta anche dopo tanti anni un momento di raccoglimento e riflessione per ricordare le vittime e lottare contro ogni forma di violenza e dittatura. “La memoria storica è un dovere civico che spetta a tutti noi”, come ha sottolineato la premier nella sua nota, ma è importante farlo in modo accurato e rispettoso della verità storica.