Viaggiatori non si diventa, ma ci si nasce. E’ su questo spirito che Francesca Martignoni, 32 anni, vive la sua vita a bordo di un camper. Non passano mai più di tre giorni prima di dormire in un posto diverso, restando sempre nello stesso letto. Una “viaggiatrice nell’anima” come si definisce lei stessa, che appena ventenne ha cominciato a girare il mondo, chiamando casa luoghi distantissimi da Varese, dove è nata e cresciuta. Oltre a viaggiare, Francesca è impegnata in due diversi lavori che svolge da remoto: consulente di viaggio e responsabile vendite. A causa dello scoppio della pandemia il suo sogno di viaggiare si è spezzato bruscamente, ed è dovuta tornare nella sua Varese, confinata lì durante il lockdown. A scalpitare irrequieta. Non era quella la vita che faceva per lei, ma le restrizioni anti contagio rendevano sempre più difficile la progettazione di un viaggio. Allora Francesca ha cominciato a pensare a un’alternativa valida, e alla fine l’ha trovata: comprare un camper, partire e non fermarsi mai.
A raccontare la sua storia è stato l’Huffington Post: “Chissà dove dormirò tra due giorni?”. Non sempre c’è una pianificazione dietro i suoi spostamenti, alle volte si lascia ispirare da ciò che incontra lungo il percorso. “Sono molto attratta dalle zone poco conosciute, poco turistiche, anche se non disdegno le grandi città – ha raccontato al quotidiano online -. Mi fermo quanto mi trovo bene, ma generalmente, essendo una persona molto inquieta, mai troppo a lungo. Quasi sempre so già dove parcheggiare, ci sono app molto utili che segnalano posti gratuiti, a pagamento, i campeggi, le aree sosta. Di solito scelgo luoghi più o meno nella natura, sul mare”. Per qualcuno sarà impensabile rinunciare alla comodità di un albergo, ma con l’ascesa della pandemia per spostarsi in sicurezza, sempre più persone hanno scelto di muoversi su una casa attrezzata a quattro ruote. A testimoniare l’aumento, sono le immatricolazioni che, secondo dati dell’Associazione Produttori Caravan e Camper (Apc), a giugno 2020 sono cresciute del 50%. Una tendenza destinata a confermarsi nel 2021.
Quando ha deciso di viaggiare, Francesca non aveva idea di come funzionasse un camper. Ha cominciato a informarsi online, a chiedere a chi quella strada aveva deciso di percorrerla prima di lei. Sicuramente il primo punto su cui riflettere è che un’esperienza in camper non è adatta a tutti. Il van camperizzato di Francesca è lungo 5 metri e 60, alto 2 metri e 80: lì cucina, mangia, lavora, si lava e dorme: “Devi avere uno spirito di adattamento elevato, non essere amante dei comfort, non ti deve pesare vivere in uno spazio ristretto. Io ce l’avevo nel Dna”. Certo, il fascino non è da poco: “Vivere ogni settimana in un luogo diverso, scoprire nuove gastronomie, nuove culture, svegliarsi su una spiaggia, in un prato o nel centro città di Firenze: per me è un’emozione incredibile, che va oltre le difficoltà”. E quindi lei non si è pentita mai della scelta, anche se i problemi col camper ogni tanto l’hanno mandata in crisi. Così come ogni tanto si è sentita sola.
“In tempo di covid è difficile fare conoscenze estemporanee, non è facile come un tempo socializzare, c’è sempre un lieve sospetto. Ho conosciuto però altri viaggiatori. Quando nomini il discorso del camper, la gente di solito si illumina, è una cosa curiosa. Hai subito l’attenzione”, dice Francesca, che però non si annoia mai, anche senza una televisione con sé. Le piace cucinare, ha il lavoro che la impegna, sente gli amici per raccontare loro le sue avventure. E il suo ragazzo, che ogni tanto la raggiunge e “mi supporta come un pazzo”.
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