Su L’Espresso, nel numero in edicola domani, viene lanciata una suggestione che trova fondamento in alcune voci di Palazzo. È un’idea bizzarra per alcuni, e una proposta indecente per altri: Dario Franceschini potrebbe essere presidente del Consiglio di un governo retto dal Partito Democratico e dal MoVimento 5 Stelle con Italia Viva e Liberi e Uguali. In quale distopia? Se lo chiedono in tanti. Eppure l’ipotesi appare essere non così remota. È vero che Mattarella ha chiuso la porta a un altro governo di questo tipo in caso di caduta di Conte-bis, ma qualche nuovo spiraglio si è aperto nelle ultime ore.
Un altro suggerimento arriva da Matteo Renzi, che oggi sul Messaggero, fa capire che vedrebbe bene un cambio di stagione in quel di Palazzo Chigi, visto che Giuseppe Conte “è stato il premier di una maggioranza che ha azzerato la crescita in Italia: per una serie di circostanze oggi si ritrova premier anche della maggioranza alternativa”. Inoltre, Renzi ha molta stima di Franceschini e non farebbe fatica a sostenerlo.
L’ipotesi è ovviamente alternativa rispetto a quella fatta circolare nei retroscena degli scorsi mesi da parte del segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti. E che prevedeva un’alleanza strutturale tra grillini e DEM e addirittura la possibilità di candidare Conte come premier in continuità con l’esperienza di governo. Il tutto accade, per soprannumero, proprio mentre la maggioranza balla sulla legge di bilancio 2020 e i sondaggi danno il centrodestra in grande vantaggio sugli altri due poli.
L’ideona quindi romperebbe le uova nel paniere a Zingaretti e aprirebbe nuovi piani per le elezioni prossime venture, a meno che non si prenda sul serio la possibilità che la legislatura arrivi al termine e quindi l’attuale maggioranza riesca ad eleggere un presidente della Repubblica con scioglimento delle Camere soltanto nel 2023. E vittoria annunciata per il centrodestra, a quel punto.
Ma tre anni e mezzo sono tanti: potrebbe succedere di tutto alla leadership di Salvini. Intanto il nome che fa paura alla destra è quello di Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea. Lui è infatti il più gettonato per un ruolo di Presidente del Consiglio in caso di governo tecnico. Sono solo ipotesi, certo, ma ci fanno capire che più di qualcosa stra scricchiolando nella maggioranza.
A pochissimi mesi dall’insediamento del governo giallorosso, sono già troppe le voci di rottura, ribaltoni e cambio di guardia. Zingaretti e Di Maio hanno litigato dopo l’esito delle votazioni in Umbria, la base di entrambi i partiti non sta vivendo bene questa esperienza e la Lega continua a salire vertiginosamente nei sondaggi. La crisi, dunque, appare dietro l’angolo. E di certo non potrà essere Franceschini a risolverla.
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